La città politica (e non solo) alla luce del pensiero divergente

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Chi ha vinto?

 

 

 

 

5 dicembre 2016   Chi ha vinto? Non ha vinto nessuno!

Il referendum popolare indetto dal governo Renzi, che ha chiamato il popolo italiano a scegliere, con un SI o un No sull’approvazione di una nutrita serie di articoli volti a cambiare la fisionomia della carta costituzionale posta a fondamento dello Stato repubblicano, si è concluso, com’era prevedibile, con una schiacciante vittoria del NO.

Come mai? – ci chiediamo. L’Italia è un Paese eminentemente conservatore o hanno giocato fattori diversi per il verificarsi di due fenomeni non sempre usuali in una campagna referendaria: la grande affluenza alle urne e il rigetto delle proposte di cambiamento?

Noi propendiamo per la seconda ipotesi. Ovvero, si è verificato un fenomeno a dir poco anomalo, che ha falsato il volto della competizione referendaria facendola diventare non già una scelta razionale di cambiamento, ma l’espressione netta di consenso o dissenso (stima o disistima – se volete) verso la persona del presidente del Consiglio dei Ministri, nella fattispecie Matteo Renzi.

Una personalizzazione quanto mai inopportuna, assimilata da molti ad un atteggiamento di innata sbruffoneria, che ha impresso sulla scheda elettorale, in filigrana impalpabile, il volto del presidente del Consiglio, il suo sorriso di sufficienza portato sulle piazze ed ostentato su tutti gli schermi televisivi in campagna elettorale, per cui è risultato quasi istintivo il segno sul NO. …

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Formarsi un’opinione

 

 

 

 

30 novembre 2016 –  «Se ne sentono di tutti i colori!» è l’espressione che si sente dire da ogni parte ascoltando la gente per strada, gli amici al bar o nei salotti, gli avventori e gli esercenti durante l’incombenza della spesa quotidiana, gli ascoltatori (o spettatori) delle più disparate emittenti radiofoniche e televisive al di là di quelle paludate e altisonanti, che ospitano piccoli e grandi personaggi fautori del SI o del NO al referendum costituzionale, per il quale andremo ad esprimerci, nella qualità di cittadini, il 4 dicembre prossimo.

Non parliamo, poi, della colonizzazione del web, che parla a tutti per parlare a ciascuno e lo fa quasi sempre, purtroppo, fatta salva la buona pace di alcuni, con toni di saccenteria gratuita e con un linguaggio spesso assimilabile a quello di un carrettiere dei primi anni del secolo scorso, che indurrebbe al riso se non fosse la risultante di un fenomeno di tristezza sociale e culturale tutta da studiare e da analizzare criticamente…

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Le nozze con i fichi secchi

 

 

 

 

28 novembre 2016 – Incredibile! Un musical dai contenuti artistici e culturali di altissimo livello viene rappresentato in un ambiente assolutamente discutibile, che per ben 70 euro di biglietto d’ingresso (e dopo circa tre ore di viaggio in automobile) ti fa trovare, nelle primissime file, sedie di plastica. E per di più, ai servizi, bagni alla turca. Le classiche nozze con i fichi secchi.

Parliamo del celeberrimo “Notre Dame de Paris”, che dal Gran Teatro di Roma e dall’Arena di Verona, si trova catapultato nel Sud del Sud di una Calabria che non ha mai realizzato una struttura idonea ad accogliere degnamente un evento di tal genere. Probabilmente, senza il “Palazzetto” di Pentimele, dove è stato rappresentato negli ultimi tre giorni fino a domenica scorsa, lo spettacolo non sarebbe mai arrivato in Calabria e tanti estimatori del genere musical non avrebbero goduto dell’evento che, nel suo genere, è assolutamente straordinario. Ciò non toglie che la commistione evento-luogo stride notevolmente e disturba non poco il gusto estetico che di norma deve accompagnarsi a manifestazioni artistico-culturali di questo tipo. È anche un fatto di amor proprio. …

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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A volte ritornano

 

 

 

 

20 ottobre 2016 – Il titolo è ispirato al celebre libro di Stephen King - il primo - che l’autore stesso ci presenta con una prefazione, nella quale si legge, tra l’altro, un’espressione di questo tipo: ««... è ancora buio e sta piovendo... C'è qualcosa che ti voglio mostrare, qualcosa che voglio che tu tocchi. …»

E sull’ospedale di San Marco non ha mai smesso di piovere da quando il dio delle tempeste lo ha collocato al centro dell’occhio del ciclone, nel vortice degli interessi di parrocchia fatti passare agli occhi dei più sprovveduti supporter – ma anche dei più accreditati e spregiudicati comprimari - come ragion di Stato.

Ma da cosa traggo, oggi, lo spunto per ritornare su un argomento trito e ritrito come la drammatica storia di cui è stato sciagurato protagonista l’ospedale di San Marco? Da un servizio giornalistico di una emittente regionale, “TEN” (Teleuropa Network, per l’esattezza), in cui i sindaci di San Marco e di Cervicati lamentano le condizioni in cui versa l’ex nosocomio e, con determinato spavento, esprimono i timori che anche quel poco che rimane a livello di risposte sanitarie sarà destinato a sparire lasciando le nostre popolazioni crudelmente prive di qualsiasi supporto sanitario abilitato a dare una prima pronta risposta ad eventuali emergenze. (Video)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Cattivi si nasce o si diventa?

 

 

 

 

15 ottobre 2016 – Può capitare a chiunque di svegliarsi troppo presto una mattina e, trasgredendo l’abitudine inveterata di aprire le pagine di qualche saggio appena comparso sul mercato editoriale, accendere il computer ed effettuare una ricerca annoiata - ma distensiva – tra le pagine dei social network che, da un attimo all’altro, si moltiplicano e si ampliano con velocità esponenziale. Trovo divertente, ogni tanto, percorrere in direzione diametralmente opposta, la strada che si apre al desiderio di tenersi informati sui fenomeni della società e precipitare, come su una vetturetta dell’otto volante, nel baratro delle ovvietà sgrammaticate che proliferano sui suddetti “social”, salvo poi a risalire, con altrettanta celerità, nel dignitoso quotidiano che ti avvolge con i suoi problemi, le sue faccende imprescindibili, le sue esigenze di sopravvivenza, al di là e al di sopra di certi spazi di evasione più o meno leggeri, ma comunque rigeneranti. …

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Si torna a scuola

 

 

 

 

13 settembre 2016 – Abbiamo visto i banchi di scuola far ritorno nell’edificio di Via Vittorio Emanuele. Ma tutto ciò accadeva anche il 15 settembre del 2014 per essere oggetto di una evacuazione lampo pochissimi mesi dopo, esattamente alla fine di febbraio del 2015. Stavolta vogliamo sperare che sia quella buona.

C’erano nell’aria avvisaglie di nuovi temporeggiamenti. Circolava insistente (anche se non controllata) la voce che qualcuno, con molta probabilità, si era precostituita la possibilità di mettere in atto una nuova piccola carognata per far sì che il portone dell’edificio rimanesse chiuso ancora una volta il 14 settembre di quest’anno, inferendo un ulteriore colpo basso alle attese degli alunni e delle loro famiglie. …

 

 

 

 

 

 

 

 

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Dopo la cattiveria, ‘a ciutìa!

 

 

31 agosto 2016 – C’è voluta tanta cattiveria (e che cattiveria!) per chiudere l’ospedale di San Marco. Non c’erano ragioni valide alla base del provvedimento di chiusura. C’era solo malignità, coscienza sporca, interessi inconfessabili che nulla avevano di proiezione positiva sulla popolazione. Così, quindi, senza ragioni, senza una logica evidente e senza la minima esitazione, l’ospedale è stato chiuso tra metaforici applausi conniventi di una buona fetta di popolazione al servizio, che ancora oggi non si è svegliata dall’incubo che, prima o poi, terrorizzerà il sonno profondo nel quale giace da parecchio tempo, beata nella sua postura prona piuttosto che sdraiata. …

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Buona fortuna, prof.!

 

 

 

 

30 agosto 2016 – Con l’avvento del tepore settembrino, si apre un nuovo anno scolastico al quale hanno fatto da apripista le cronache esasperate, divulgate dai mezzi di informazione attraverso tutte le forme nelle quali esse si propongono.

Dalle noie procurate ai docenti di ogni ordine e grado per via delle norme approssimative derivanti dalla legge 107/2015 (la “buona scuola”, per intenderci) alle inqualificabili manifestazioni di pressappochismo che hanno disegnato il volto di molte scuole della provincia e non solo, il nuovo anno parte all’insegna del disordine e dell’incertezza. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Deserti, folle e follie

 

 

 

 

19 luglio 2016 – Due link. Il primo ci indirizza ad un articolo dolorosamente quanto giustamente risentito; il secondo ad un post su facebook, che ho immediatamente condiviso.

http://www.luminosigiorni.it/2016/07/costume-e-malcostume un-ospedale-nel-profondo-sud-amarezza-dun-paziente-impaziente/

https://www.facebook.com/annalisa.martino?fref=ts

Certe cose vorresti non leggerle mai, eppure fanno parte del quotidiano nel disastrato inferno sanitario che, complici molti indifferenti ed incolti ras locali, ingurgita giorno dopo giorno le sofferenze di tanti calabresi che, per forza di cose o per necessità impellenti, devono consegnarsi ai Barbariccia che si alternano nei “prontisoccorso” della regione o, per quanto ci riguarda, della provincia.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Quasi novanta, ma non li dimostra

 

 

 

 

9 luglio 2016 – Io vi abito difronte e la mattina, quando, appena sveglio, apro le imposte della mia camera, la saluto, coscientemente o non, con la deferenza che impone il suo ruolo e l’affettuoso rispetto di chi le ha dedicato professionalmente gran parte dei propri anni migliori.

Essa è lì. «Sta – direbbe Dante – come torre ferma che non crolla giammai la cima per soffiar di venti.»

Ha quasi novant’anni e, nel bene e nel male, non era mai stata ingiuriata come in quest’ultimo periodo di tempo. Neanche le truppe tedesche, che verso la fine della seconda guerra mondiale vi si erano stanziate, le hanno mancato di rispetto, considerandola un presidio di cultura e di educazione, che andava preservato da ogni danno o da ogni benché minima ingiuria.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Parliamo di scuola

 

 

 

 

4 luglio 2016 – Stasera, sulla facciata dell’edificio scolastico di Via Vittorio Emanuele, è riapparsa qualche vecchia porta sottoposta a un leggero maquillage. Come dire: ha preso mordente. Rimane, fino ad ora inviolato nella sua mortificata vetustà, il portone centrale, in attesa che mani pietose diano una rinfrescata anche al suo aspetto decisamente non giovanile. La cosa alimenta il dubbio se le porte “restaurate” (si fa per dire) più frettolosamente abbiano lo scopo di far entrare i bambini della scuola elementare o di farli soltanto uscire, come è accaduto di recente. …

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Il destino di chiamarsi Virginia

 

 

 

20 giugno 2016 - E così anche Roma, quasi emula della nostra piccola e bizzarra cittadina, ha il primo sindaco donna di nome Virginia. Immagino già l’imperversare della bufera di commenti, le cui prime avvisaglie si erano già manifestate durante la campagna elettorale. Voi chiamatele come volete: cattiverie, sospetti, ipotesi. Noi non ci addentriamo in questo sport generalmente praticato da una certa categoria di politici italiani. Fatto sta, però, che la pubblica opinione, non sempre smentita dalla cosiddetta “stampa libera”, legittimamente o meno, immagina la povera Virginia in balìa della “direzione” di un “direttorio”, a sua volta condizionato e sottoposto alla “direzione” suprema di un’unica volontà indiscussa e, per ciò stesso, prevaricante: quella del capo, dalla cui mente è stata politicamente partorita prima, svezzata poi, quindi allevata, educata e messa in campo. …

 

 

 

 

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Quando la scuola sposa il palcoscenico

 

 

 

3 giugno 2016 - Quando la scuola si sposa consapevolmente con il teatro, offrendo prodotti degni di nota e di considerazione, è segno che la qualità dell’azione educativa ha raggiunto livelli di intuibile eccellenza, che inorgoglisce alunni e docenti, fattori dell’educazione, tesi a dare un senso alla sinergia che dà vita alla scuola stessa e la riafferma, ove ce ne fosse bisogno, quale istituzione primaria nelle società di tutti tempi. Ci sentiamo di dire, quindi, che il palcoscenico è il meraviglioso crogiolo nel quale cercano e raggiungono l’amalgama le componenti complesse dell’istituzione scuola, sorrette da un catalizzatore essenziale qual è il teatro nella sua concezione più alta. …

 

 

 

 

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Innamorarsi di se stessi

 

 

 

18 maggio 2016 - Da mesi, appollaiata su un cartello stradale sormontato da uno specchio parabolico, una ghiandaia è diventata meta di curiosi, attratti da questo uccello simpaticissimo che “gioca” con la propria immagine riflessa. Esibendo alcune sfumature di azzurro intenso sulle proprie ali, la rincorre inutilmente, cerca di afferrarla, quasi potesse penetrare nello specchio ed entrare in un’altra dimensione come nella più classica delle situazioni fiabesche.

-          È innamorata di se stessa – dicono tutti.

Forse è vero. Forse no. Ma sarebbe bello. Sarebbe l’incipit di una fiaba

 

 

 

 

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«LEGALITÀ E BUONA AMMINISTRAZIONE»

30 aprile 2016 - Così “PROGETTO COMUNE” ha intitolato il convegno che, nell’aula consiliare di San Marco Argentano, ha dato significato al pomeriggio di ieri 29 aprile. Un tavolo di vero interesse, che avrebbe meritato maggiore attenzione da parte della cittadinanza, ancora non completamente sensibile a questi temi fondamentali che impegnano le coscienze e regolano azioni e comportamenti.

Tra le assenze, da tutti sottolineate con stupore, quella degli amministratori locali, fatta eccezione per una fugace presenza della sindaca (esibitasi in un saluto mordi e fuggi per impegni precedentemente assunti) e del suo vice, sopraggiunto a manifestazione abbondantemente in corso. Non vorremmo (e sarebbe ingiusto sospettarlo) che la tematica in discussione li mettesse a disagio. Tanto più che, per eccesso di cortesia, nessuno ha ricordato – né messo in risalto – che in quell’aula prende posto spavaldamente un consigliere rinviato a giudizio. …

 

 

 

 

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Addio con tenero rispetto

 

 

 

29 marzo 2016 - Finita la retorica che inevitabilmente accompagna la dipartita di ogni personaggio in vista per meriti propri o per demeriti altrui, è il caso di rivolgere un pensiero sereno e scevro da emozioni o da rituali e non coscienti attenzioni, al povero Santino Esposito. Un cittadino di San Marco che mai, prima di lasciare questo mondo, aveva ricevuto segni di stima e di considerazione se non da qualche mente illuminata, che ne comprendeva la condizione e ne proponeva l’immagine come un simbolo della città, che gli diede prima i natali e poi un ruolo certamente non fortunato o autorevole nella vita quotidiana. …

 

 

 

 

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Politici e appeal

 

 

 

11 febbraio 2016 - Quanto tempo è trascorso dalla nascita della Repubblica nel nostro Paese! Ero ancora bambino. Un bambino così piccolo che non aveva ancora la piena consapevolezza di quanto stava accadendo e della evoluzione politica, e per ciò stesso socio-economica, che stava attraversando la società italiana.

Solo più tardi, molto più tardi, presero corpo e assunsero importanza ai miei occhi le immagini autorevoli dei padri – e le madri - costituenti (poiché vi erano incluse anche 21 donne) nonché le figure degli uomini politici che, ciascuno per il proprio ruolo e dalla propria angolazione prospettica, tentavano con caparbia volontà di disegnare il nuovo volto dell’Italia, che aveva appena pagato un amaro tributo di sangue e di libertà ad un periodo storico travagliato, di cui ancora si discute senza quella necessaria serenità che possa fornire allo storico la lente otticamente nitida per mettere asetticamente a fuoco fatti e personaggi ai fini una analisi corretta e condivisa. …

 

 

 

 

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Tie’, alla faccia dei fessi…

 

 

 

8 gennaio 2016 - …e dei morti viventi che la mattina, alle otto e trenta, si accalcano puntualmente e a testa bassa davanti alla porta dell’ex pretura per consegnare i propri figlioli ai pochi insegnanti dimessi e intristiti da una allocazione impropria quanto insicura, nonché quasi provvisoriamente definitiva, senza che possano fare o dire niente, pena, a sentir loro, le arroganti invettive di chi è responsabile di questo sfascio.

Allo Scalo, invece è tutta un’altra storia: dopo il restauro durato un paio di mesi, gli alunni hanno ritrovato un «…edificio più bello, luminoso e sicuro. Rifatti pavimentazione e servizi igienici, adeguati gli impianti elettrici, sostituite le porte interne, ampliata un’aula e tinteggiate le pareti» per un importo di circa 150 mila euro. …

 

 

 

 

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Questo sito nasce, nei primissimi giorni di maggio del 2013, per osservare e riferire un po’ di quanto si muove sulla scena politica a San Marco Argentano, prevalentemente nel palazzo comunale.

Balza agli occhi immediatamente che siamo di fronte ad uno scenario drammatico sul piano della qualità e della competenza, confuso e disorientato sul piano politico, scadente sul piano dell’autorevolezza nel contesto territoriale.

Calca la scena un cast di “attori” dalla innata predisposizione per la recita a soggetto, che un finto regista muove secondo un concetto di intercambiabilità perenne. Comparse e primi attori si confondono nel tira e molla delle cariche affidate secondo la “strategia” del pressappoco, per cui vengono ritirate, riaffidate, rimodulate, mollate e riprese tra entusiasmi e musonerie che fanno parte del canovaccio, come una scena da teatro dell’arte di qualche secolo fa.

Sembra di assistere ad una rappresentazione dell’opera dei “pupi”, con la differenza che il “saracino” qui è nel Palazzo, dove è entrato con le sue truppe allineate e coperte marciando all’inno di “Aggiungi un posto a tavola”.

Gli amici di ieri sono i nemici di oggi e Dio solo sa che cavolo saranno domani.

Il cielo ci è testimone, immobile come gli allineati.