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9
novembre 2014
La
pietas della Lorenzin
Ed eccola lì, la
ministra della sanità, Beatrice Lorenzin, giungere a San Marco Argentano. Una
visita programmata per GENTILE
desiderio dei ras regionali del centro-destra. Penseresti immediatamente che
sia venuta per cantare il de profundis alla sanità calabrese
o a deporre una corona di fiori sulla tomba del nostro defunto ospedale,
entrambi soffocati dal mefitico alito politico di Scopelliti,
da un lato, e di Giulio Serra, dall’altro. Invece, alla sanità calabrese ha gentilmente offerto, ben
infiocchettato, un nuovo pacchetto di illusioni pre-elettorali e all’ex
ospedale di San Marco Argentano una metaforica lapide funeraria nuova di
zecca, tra il pianto da coccodrilli delle prefiche al seguito, ben
organizzate da necrofori di rango.
A differenza della Beatrice dantesca, ha attraversato incolume
l’inferno della sanità della nostra regione, illudendosi di essere messaggera
de “la gloria di colui che tutto move” dalle nostre parti.
In virtù di ciò, l’onorevole ministro della Repubblica è stata
comandata a sponsorizzare in Calabria improbabili candidature al consiglio
regionale, garantendo, con la sua “credibilità”,
la bontà dei candidati e, in un certo senso, i loro successi politici, siano
essi elettorali o eventualmente di sottogoverno.
Graziosa ministra Lorenzin, non è di favori personali che ha
bisogno la Calabria. I provvedimenti ad
personam si sprecano nella nostra regione. I
privilegi da casta, sottocasta e quant’altro, si
moltiplicano giorno dopo giorno. Se l’industrializzazione si fondasse sulle
fabbriche di privilegi, saremmo il primo paese industrializzato del mondo. E
se il PIL venisse calcolato sui profitti derivanti dai privilegi,
schizzerebbe in testa alla classifica mondiale.
I calabresi di buon senso sognano altro. Facciamo in modo che
la sua presenza ponga questo territorio all’attenzione del governo, perché
cessi di essere zona franca in cui scorrazzano capitani di ventura che
offrono la propria spregiudicatezza al miglior offerente.
È vero che la regione non può salire nella latitudine, ma
nella considerazione dei governanti forse sì. I rappresentanti finora
espressi dalla nostra gente non hanno avuto più autorevolezza, prestigio e
importanza dopo la scomparsa del compianto Giacomo Mancini (quello vero!).
Dopo di lui, si son perduti di vista i vantaggi per tutti i calabresi. Anzi, alcuni, faticosamente conquistati, hanno
subito il destino della tela di Penelope (vedi il nostro ex ospedale).
Se le sue intenzioni, pertanto, abbracciano la Calabria
intera, benvenuta Ministra! Se, viceversa, convergono sui tetti o
sull’orticello dei soliti noti, se ne vergogni nel profondo in luogo di altri
che la vergogna non conoscono.
Abbia il mio saluto deferente, quindi, come istituzione dello
Stato democratico e il baciamano che si deve ad una signora par suo. Da uomo
di sinistra, non la condivido per le idee politiche che, tuttavia, rispetto
ancorché diverse dalle mie.
Luigi Parrillo
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