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La città politica (e non solo) alla luce del pensiero divergente |
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11
settembre 2015 |
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Scuola – Anno nuovo, vecchi problemi Il 15 settembre
dello scorso anno, dedicavamo una pagina all’apertura dell’anno scolastico
salutando entusiasticamente la “restituzione” dell’edificio scolastico agli
alunni delle scuole elementari, che, per un anno, avevano sofferto delle
misure di «contenzione» in ambienti
poco adatti e non conformi alle norme di igiene scolastica contenute negli
articoli della legge ad essa dedicata. Pochi mesi dopo, esattamente l’ultimo giorno di febbraio di
quest’anno, gli alunni venivano frettolosamente e inspiegabilmente
“deportati” nei locali angusti – e, ancora una volta, non idonei - dell’ex
pretura dove sono rimasti fino alla fine dell’anno scolastico. Diciamo
“inspiegabilmente” perché l’edificio di Via Vittorio Emanuele, evacuato in
tutta fretta in un pomeriggio piovoso, è rimasto inutilizzato (ma anche non
interessato da qualsivoglia lavoro di recupero o di ristrutturazione) fino al
mese di giugno, ovvero fino alla fine delle lezioni. In molti
speravano che l’inizio del nuovo anno scolastico fosse stato salutato dalla
riapertura dell’edificio storico (è stato edificato, infatti, intorno al
1929). Invece… porte sbarrate, finestre serrate e sporche, tende cadenti,
silenzio, tristezza!!! E gli alunni? Faranno ancora da corollario chiassoso agli uffici del giudice
di pace nei locali dell’ex pretura, ancora una volta ricovero inadatto per
struttura, per angustia, per barriere architettoniche, per climatizzazione,
per sicurezza, etc. Avremmo voluto augurare «BUON ANNO SCOLASTICO» anche a tutti
gli alunni e all’intero corpo docente della fascia dell’obbligo, immaginando
un avvio regolare e sereno, senza patemi e scossoni, con maggiori certezze e
scevro da quelle ruvidezze che rendono difficili anche i migliori gesti
professionali e ne riducono l’efficacia. Purtroppo, solo una parte di essi
può sperare che l’augurio si traduca in fattualità reale. È desolante, perciò, prendere atto della incapacità delle
autorità locali nel prendersi cura di questa ferita inferta alla comunità
sammarchese. Non so se si tratta di indolenza, di indifferenza, di
inettitudine; ma, in ogni caso, non è la diagnosi che può curare il male:
bisogna andare alla ricerca dell’idoneo presidio terapeutico. E se è un cancro, va estirpato senza
esitazione, anche di fronte al silenzio e alla
sopportazione del dolore da parte dell’opinione pubblica, ormai abituata ad
ogni tipo di offesa. Solo nella tarda mattinata di oggi - venerdì 11 settembre –
ore 10,30 - è stato affisso sul portone della scuola elementare “U. Chimenti”
un foglio, a firma del sindaco, da cui si evince che le attività didattiche
della scuola primaria «riprenderanno
nello stabile ubicato il Via XX Settembre» [ex pretura – n.d.a.]. Complimenti per la tempistica: mancano appena
due giorni lavorativi all’inizio delle lezioni! Inutile, crediamo, ribadire l’importanza della scuola nella
società e, particolarmente, in una piccola comunità come la nostra dove essa
rappresenta uno dei pochi punti di riferimento culturale. Lo abbiamo fatto
così tante volte che adesso risulteremmo noiosi, oltre che scioccamente
ripetitivi. È un argomento che non “sfonda”, non raggiunge l’intimo, non
coglie l’obiettivo. E si vede! Luigi Parrillo |
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