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settembre 2014 La
scuola restituita ai ragazzi Onore al merito e plauso alla volontà di chi ha deciso per
questa doverosa soluzione. Il centro città si è finalmente riappropriato di una
consuetudine storica: il vociare allegro e festante, ancorché chiassoso, che,
intorno alle otto e trenta di tutte le mattine, ravviva il centro cittadino e
ne svela le speranze di futuro, compresse nella impazienza esplosiva
dell’infanzia in corsa verso il proprio divenire.
Ma più di ogni altra cosa, abbiamo goduto della gioia e della
sorpresa degli alunni di seconda elementare il cui impatto con il primissimo
giorno di scuola era avvenuto, l’anno scorso, con quelle che in molti si
ostinavano a definire “classi” o “aule scolastiche”. C’è mancato poco che non
assimilassero la scuola a qualcos’altro. Oggi, aule spaziose e tanta aria da
respirare li hanno fatti rinascere. -
Così, la scuola è bella! – ha esclamato qualcuno di essi. E l’opinione pubblica (non sempre distratta, per fortuna)
sembrava godere stamattina dell’eco delle note argentine che riempivano l’aria
facendola vibrare di quella affettuosa allegria che consolida di solito il
rapporto genitori-figli. Mamme, papà, nonni, si mescolavano in questa
atmosfera ipersocializzante tra i colori tardo
estivi che tappezzavano, nell’abbigliamento, l’area antistante l’edificio
scolastico.
Eppure, talvolta, si scopre con preoccupazione qualche
soggetto alieno a questa forma di interpretazione della società educante, che
non riesce a valutare il rischio di un malaugurato scollamento tra
l’istituzione e la società che la ingloba e la sorregge. È terribile che non
si riesca a respirare l’afflato di coesione che unifica il consorzio umano,
al di là delle differenze individuali che lo rendono variegato e ne
alimentano il movimento interno, nonché lo sviluppo in termini di progresso
civile e culturale. Per fortuna, se ne individuano casi sporadici, come piccoli
nei sporgenti dei quali di “sparla” un po’ dovunque, con la buona pace di
quanti se li trovano radicati sull’epidermide e non hanno il coraggio di
porvi rimedio, perché il rimedio è chirurgico. La scuola, in ogni caso, piaccia o non piaccia, è la radice
della democrazia, il cuore della società alla quale appartiene
indissolubilmente. Essa stessa, talvolta, è la fonte vitale che alimenta
paradossalmente persino i nei sporgenti, che ne succhiano il sangue e la
trasformano, purtroppo, in fastidio. La scuola, lo si voglia o no, esiste da
sempre e durerà sempre. I nei no. Chi è contro la scuola, pertanto, riveda il proprio punto di
vista. Problematizzarla in qualunque modo e sotto qualsiasi forma equivale a
porre un freno alla crescita di una comunità. Ben venga, dunque, chiunque le
dedichi amore o, quanto meno, attenzione. E in quanto a riformarla, infine,
lo faccia chi la conosce realmente nel profondo e non chi ne ha informazioni
per sentito dire. Ma questo è un altro discorso. Luigi
Parrillo |
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