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Scorci
della città politica tra le righe del pensiero divergente |
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18/07/2015 Tutto fumo e niente arrosto Ma l’Ufficio del Giudice
di Pace non era stato già salvato con decreto ministeriale del merse di
marzo dello scorso anno 2014? E non era stata l’attuale
amministrazione ad affermare, soltanto qualche mese fa, che le sentenze sugli
usi civici, che vedevano
soccombente il Comune di San Marco Argentano, dovevano essere tutte
appellate? Chi ha provveduto a far
pulire aree private (da ultimo quella del condominio vicino la Torre
Normanna), con mezzi e personale del Comune? In base a quale
procedura ad evidenza pubblica, sono stati affidati i lavori di potatura
degli alberi in diverse aree di proprietà comunale, i servizi di assistenza
domiciliare e la gestione delle attività in favore dei disabili al Centro
Diurno? Chi ha fatto soggiornare
i bambini della scuola primaria in locali sprovvisti delle certificazioni di
sicurezza? Proviamo a dare alcune
risposte. Il Decreto Ministeriale
che ha mantenuto L’Ufficio del Giudice di Pace di San Maro Argentano è stato
notificato all’Ente in data 12 marzo
2014 ma oggi l’amministrazione, in carica dal mese di maggio 2014, esce sulle stesse
testate giornalistiche che l’anno scorso avevano diffuso la notizia,
appropriandosi di tutti i meriti. Così pure in materia di
livelli, la Giunta Comunale con
delibera n.5 del 20 gennaio 2015, decide di proporre appello contro
alcune sentenze in quanto “prive di fondamento, inconsistenti e pretestuose”,
conferendo incarichi con soldi dei cittadini, nonostante gli inviti della
minoranza a distinguere le posizioni
per tutelare al meglio gli interessi contrapposti e, dopo qualche mese, con
un colpo di spugna, cambia improvvisamente rotta, decidendo di non proporre
alcun appello e di ritirare quelli già proposti. Intanto, il denaro pubblico già speso va in fumo. Sin dall’inizio del suo
insediamento, l’amministrazione consente la pulizia di aree private
impiegando mezzi, personale e, quindi, denaro
pubblico, in proprietà private, nonostante le interrogazioni presentate
dalla minoranza. Per non parlare del
lavori pubblici e dei servizi, affidati seguendo soltanto il criterio della
politica clientelare, il più delle volte soltanto con determinazioni
dirigenziali e senza convenzioni che ne stabilissero gli obblighi
nell’interesse pubblico. Ridicola è stata, poi,
la risposta data alla minoranza sulla richiesta delle certificazioni di
sicurezza dell’edificio che ha ospitato i bambini della scuola elementare,
mal celando la loro inesistenza. Si potrebbe continuare
all’infinito, perché infinite sono state le interrogazioni della minoranza ed
altrettante infinite sono state le “non risposte” della maggioranza. Ma la verità emerge
sempre! E’ un modo di
amministrare “vecchia maniera” che mortifica la dignità dei cittadini
considerati soltanto in misura proporzionale alla quantità di voti espressi
in favore dell’amministrazione di turno. Mortifica l’intelligenza
e la cultura del popolo sanmarchese, prendendolo in giro a proprio piacimento
(vedi vicenda del Giudice di Pace e dei Livelli). Glauca Cristofaro
(Cons. Com. Progetto comune) |
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