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luglio 2013 La non
politica della salute C’era il centro-sinistra quasi al gran completo, ieri sera in
contrada Pianette, per stigmatizzare la non politica della salute
perpetrata in questi anni a danno della nostra città, che oggi piange la
propria sfortuna (e anche la propria cecità) nell’aver espresso un certo tipo
di politici a livello sovracomunale. E si che questi signori son venuti coraggiosamente a giocarsi la
faccia parlando di corda in casa dell’impiccato e garantendo disponibilità
(un po’ intempestiva per la verità) per tentare di raggiungere gli obiettivi
meno penalizzanti per la nostra comunità, ormai – come si dice – con gli
occhi pieni e le mani vuote. Si parla di “Casa della Salute”, un suggello funesto e
inconcludente alla chiusura definitiva dell’ospedale. Si tratta di una
soluzione che nessun medico vuole e tutti si augurano che non avvenga; il
classico “unguento per guarire l’ernia” offerto alla cittadinanza tradita (non si sa per quale strana
ragione) da quei politici regionali, oggi sospettati di ben altre intenzioni
che quella di lavorare per le comunità che li hanno espressi. Chi dovrà pagare questo “tradimento”? Chi dovrà scontare (non
sappiamo con quale pena) il disinteresse totale per la terra che gli ha dato
i natali? A che cosa è servita l’aria di supponenza e la ostentata, quanto
millantata, onnipotenza? Certamente non per il mantenimento dell’ospedale.
L’unico ad essere stato chiuso. Tutti gli altri stanno recuperando
funzionalità ed importanza. Da noi, il signor “onnipotente” ha girato la faccia dall’altra
parte. Come mai? È la domanda che pochi si pongono e nessuno gli pone
direttamente in questa città, dove il centro-destra (il PDL, per essere
esatti) è, da tempo, il primo partito. E il centro-destra governa alla
Regione Calabria, con l’appoggio dei vari Serra e quant’altri. È un debito
d’onore che, prima o poi, qualcuno dovrà restituire ai cittadini sammarchesi
in primo luogo e poi alle oltre cinquantamila persone che orbitavano, a
livello sanitario, intorno all’ospedale di San Marco. Vengano a chiedere
consensi i responsabili di questo delitto sociale. Eppure, nonostante questa grave offesa alla comunità, vediamo
gente brigare per ottenere la guida del paese appoggiandosi a questi
“potentini” dell’ultima ora, che cercano, a loro volta, i puntelli più
svariati per una sopravvivenza politica sempre meno certa se il cittadino
elettore saprà riconoscere i meriti a chi ce li ha e saprà far pagare le colpe
a coloro i quali se ne sono macchiati senza un briciolo di pudore. Sono i protagonisti del carrierismo politico che non guarda in
faccia a nessuno. Sono i seguaci del dio potere, pronti a qualsivoglia cambio
di casacca e ad asservirsi a qualsiasi padrone pur di toccare con un dito una
poltroncina politica di seconda, terza o quarta mano. A ben guardare, però, sono riconoscibili. Stiamo attenti! lp |
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