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Scorci
della cittā politica tra le righe del pensiero divergente |
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Roma, 11 aprile 2022 "E come potevamo noi cantare..." Č
possibile "assuefarsi" alla guerra? Č possibile restare indifferenti, voltarsi
dall'altra parte, di fronte alle immagini di devastazione, di morte, di fosse
comuni, di uomini torturati, di lacrime versate da donne stuprate, da donne,
bambini, anziani, costretti a lasciare all'improvviso la propria casa, la
propria terra? Č possibile che, di fronte a fatti oggettivi,
inoppugnabili, sulla brutale, improvvisa invasione dell'Ucraina, stato
sovrano, libero e democratico, da parte delle forze armate russe, nei
salotti televisivi, "intellettuali" (mai dimentichi
dell'antiamericanismo degli anni '50 e successivi), discettino sulle "
cause" dell'invasione, nel tentativo di dare una parvenza di
giustificazione alla indifendibile, brutale invasione di un pacifico stato
sovrano? Č possibile che sia mortificata l'eroica resistenza di un popolo per
la propria libertā, definendo la guerra in Ucraina non giā una guerra di
liberazione nazionale, ma una guerra "per procura" degli americani? Ai suddetti "intellettuali" si
affiancano, in forma pių rozza, la galassia dei No-covid, No-vax,
complottisti, antagonisti, negazionisti per principio, che imperversano sui
social, prigionieri dei loro dogmi, delle loro ossessioni, fomentate da false
informazioni. Č evidente che, per certi intellettuali da salotto,
per chi sospetta "complotti" in ogni azione umana, č difficile
comprendere che, di fronte a una forza spropositata, come quella russa, gli
ucraini possano opporre resistenza. Č evidente che non si tiene conto delle motivazioni
che stanno alla base della partecipazione delle due forze in campo nel
conflitto: da un lato i soldati russi, in gran parte giovani, demotivati, ai
quali č stato detto non giā di partecipare a una guerra nei confronti dei "fratelli
ucraini" ma ad una "operazione militare speciale"; dall'altro
gli ucraini che lottano per la propria libertā. Ed č la motivazione che fa la differenza. Nel 480 a.C. trecento spartani diedero la propria
vita per rallentare l'invasione delle cittā greche da parte dell'immenso
esercito persiano condotto dal re Serse, consentendo cosė ai greci
l'organizzazione della propria flotta che poi li condusse alla vittoria. "Alle Termopili, per la prima volta in
occidente, trionfō la potenza dell'idea di libertā di fronte a qualsiasi
asservimento al nemico invasore" (Matteo Nucci). La resistenza ha assicurato fino ad oggi
l'indipendenza dello stato ucraino dalla Russia. Č indubbio che, di fronte al
protrarsi della guerra, con il suo carico di orrori e sofferenze, č necessario
trovare una soluzione negoziale, una pace "giusta". Si sostiene che la soluzione del conflitto debba
passare attraverso la cessazione della fornitura di armi agli ucraini da
parte degli occidentali, di fatto attraverso la resa ipocritamente definita
come "soluzione pacifica. In tal caso lo Stato ucraino verrebbe
assorbito dallo Stato russo come Stato vassallo. "Se lo Stato russo
finisce di combattere, finisce la guerra. Se lo Stato ucraino finisce di
combattere, finisce l'Ucraina." Soltanto gli ucraini possono decidere se
resistere o arrendersi! Il cinismo della "realpolitik" consiglia
il rifiuto, per il loro bene naturalmente, di inviare agli aggrediti le
armi che ci chiedono, non riconoscendo alle vittime il diritto di
scegliere come sopravvivere e per cosa morire" (Ezio Mauro). Č
necessario ricordare ancora una volta che, ai nostri partigiani, le armi
furono fornite dagli Alleati che, per liberare la nostra patria dalla
occupazione nazista, sacrificarono la vita di migliaia di giovani. Da quella
liberazione nacque la nostra Costituzione. Qualunque sia l'esito della guerra, Putin ha perso. Quale uomo di buona volontā potrā stringere le mani
grondanti di sangue di un dittatore spietato, di un criminale di guerra? Tutte le guerre si assomigliano. Le immagini di
Bucha, con la loro atroce evidenza le ritroviamo nei versi di Salvatore
Quasimodo: "E come potevamo noi cantare con il piede straniero sopra il
cuore, fra i morti abbandonati nelle piazze, sull'erba dura di ghiaccio, al
lamento di agnello dei fanciulli, all'urlo nero della madre che andava
incontro al figlio crocifisso sul palo del telegrafo ..." Veritā e Giustizia per il popolo ucraino! Onore al popolo ucraino!! Maria Gloria Attanasio |
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