La città politica (e non solo) alla luce del pensiero divergente

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29 agosto 2021

Les jeux sont faits. Rien ne va plus.

E la roulette inanella vorticosamente giri su giri confondendo lo sguardo degli astanti, fino a rallentare con lenta ed esasperata gradualità, tenendo sulla corda le speranze e l’ansia dei giocatori in trepidante attesa. Sarà rosso? Sarà nero? Pari? Dispari? Sarà quel che sarà. Uno vince e gli altri perdono o si consolano aspettando il prossimo giro. È questo il gioco. È questo il casino, con o senza l’accentazione fonica finale, che determina per ironia l’anima della metafora.

Intanto, la “civetta” abbandona le tenebre e lascia il nido in cui è nata e cresciuta. Si appollaia più in là, dove il bosco è meno fitto e le prede si intravedono meglio. Era previsto? Può darsi, ma non secondo questo copione, che pur attenuando le difficoltà predatorie, non riduce la voracità e l’appetito.

“Insieme per San Marco”, titolo vago e presuntuoso nella forma e nel significato, non ci aveva mai spiegato insieme con chi volesse fare qualcosa per San Marco. Ora ce lo ha fatto capire. Ha atteso un po’ di tempo, cioè fino al verificarsi delle condizioni favorevoli, e poi ha chiaramente svelato le intenzioni: “Con chiunque!” L’importante, in fondo, non era governare la città, ma riuscire ad esibire con soddisfazione l’ambito trofeo: la testa del “cavallo”. Perché da un pezzo, ormai, faceva ombra e bisognava toglierlo di mezzo “per ragioni di etica politica”.

Tutti questi ‘angioletti’ piovuti dal cielo due mesi fa, non sapevano niente di niente prima d’ora: «Chi poteva mai immaginare che…?» Il chiacchiericcio e la stampa, i quali da anni hanno sollevato venti di tempesta che scompaginavano senza ritegno le pagine di tutti i manuali di “etica politica”, non hanno neppure sfiorato le orecchie di questi scopritori della morale su recente suggerimento della corte dei conti?

L’assemblaggio delle liste dell’ultima tornata elettorale non è forse avvenuta nel bel mezzo del frastuono dei rumours, che sottolineavano di compiaciuti pettegolezzi e di finti disappunti le prime pagine dei giornali regionali? È lecito supporre che a molti faceva comodo “non sapere”? E non mi si venga a tirare in ballo la presunzione di innocenza fino al terzo grado di giudizio, perché in “politica etica” non funziona, né giustifica il rigoglioso proliferare del sottobosco delle clientele al servizio.

È lecito chiedersi, allora: qual è il quid che ha svegliato dal coma la coscienza morale di quanti si sono esibiti in una legittima, per quanto tardiva, levata di scudi che vorrebbe sottintendere sorpresa ed indignazione?  Forse il fatto che la pubblicizzazione della condanna impedisce di fatto a molti di continuare a tapparsi gli occhi, il naso e le orecchie? Perché non essere solidali anche dopo, se lo si è stati prima e per così lungo tempo? Se si è condivisa la “colpa” per anni senza avvertire il neppur minimo disagio (ma condividendone probabilmente e con disinvoltura favori e privilegi) logica avrebbe voluto che la condivisione continuasse a sussistere anche nei risvolti negativi del momento contingente. Che vuol dire? Seguire la stessa sorte: tutti a casa!

Ricordate la parabola del “chi è senza peccato…”? E vogliamo spiegare alla manovalanza spicciola il senso dell’antico proverbio “quando la nave affonda, i topi scappano”?

Nel comunicato stampa del 27 u.s., diffuso dal nuovo gruppo di maggioranza, il prima e il dopo si scavalcano giocando a rimpiattino e legandosi, con strumentali sottigliezze verbali, ora ad un presunto senso del dovere, ora all’opportunità, ora al tecnicismo e al tatticismo politico. Ma è un vecchio gioco che ha connotato storicamente molte amministrazioni della nostra città; solo questa, però, ha goduto del benefici di una lista “civetta”, che continua a rivelarsi utile. Attenti, però, agli effetti boomerang, che hanno sempre riservato sorprese in politica. Chi ha orecchie per intendere, intenda.

In attesa, tuttavia, di capire se dall’originario gruppo “Popolari Democratici” sono andati via i “popolari” o i “democratici”, non rimane che verificare nel tempo se l’ufficializzata “nuova” coalizione riuscirà a dare alla città, magari con un pizzico di “civetteria”, la spinta di cui ha bisogno per il recupero di una fisionomia dignitosa, che ad oggi non sembra essere universalmente riconosciuta.

Luigi Parrillo