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12 marzo 2019

Un addio straziante

È da quando ho appreso la terribile e ferale notizia che sto facendo violenza al mio pensiero: non riesco ad accettare e a convincermi che Luciano, uno dei miei amici più cari, non ci sia più; che tutta la sua genialità (più volte messa in campo), il suo sapere (quasi sempre espresso con estrema semplicità), il suo dinamismo (messo quasi per vocazione al servizio di tutti), la sua voglia e la sua determinazione di andare sempre più avanti nell’operare scientificamente, il suo desiderio bruciante di vivere in una società migliore e più equilibrata, la sua volontà di cogliere e respirare a pieno l’affetto degli amici e dei propri cari, siano svaniti in un attimo nella crudeltà, nella ferocia, nella ingiustizia, di un evento così inatteso e così tragicamente impensabile.

La mia mente (ma credo anche la mente di molti) è stata lacerata da un’esplosione di rabbia, sopraggiunta dopo la confusione dell’incredulità.

Ci siamo sentiti derubati: scippati di un bene che ci apparteneva da sempre, defraudati di un custode orgoglioso della nostra amicizia, mortificati nel desiderio di poter protrarre a lungo nel tempo un rapporto che si fondava sulla sincerità più schietta, sulla stima reciproca, sulla profondità di un sentimento amicale che non prendeva mai in considerazione il se, il forse, il ma, o il dubbio.

Luciano dava tutto se stesso agli amici, nella consapevolezza della sua integrità morale, nella serenità del suo equilibrio sociale, nella soddisfazione delle sue non comuni competenze professionali, che non ha mai negato ad alcuno per puro calcolo venale. Il denaro veniva dopo… e non sempre!

Luciano era così: poteva fare a meno di tutto tranne che delle persone che amava, fossero amici o familiari. Paradossalmente, avrebbe potuto fare a meno addirittura anche del suo cognome: bastava dire Luciano. Era lui!

E noi lo ricorderemo sempre così: LUCIANO, con la sua faccia pulita, la sua pazienza, il suo animo candido e fiducioso, il suo passo elastico, il suo auricolare sempre attivo, il suo sorriso aperto, il suo linguaggio accurato, la sua cura nel nascondere gli affanni e le preoccupazioni, il suo rispetto per l‘altro.

Tutto avrei potuto supporre, ma non che un evento così perverso avrebbe chiesto a me di dare l’ultimo saluto al caro Luciano. Sarebbe stato più logico il contrario. Ma dov’è la logica in tutto questo dramma, che non è soltanto familiare, se una marea di popolo lo sta accompagnando alla sua ultima dimora?

Ed è in questo mondo alla rovescia (come avrebbe detto lui) che in nome degli amici più cari rivolgo a Luciano l’ultimo abbraccio virtuale e l’ultimo addio, il più triste, il più doloroso che si possa mai immaginare.

Luigi Parrillo