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23 dicembre 2017

Abbiamo “bestemmiato in chiesa”

Nell’aula consiliare mediamente affollata, l’atmosfera era quella di una circostanza piuttosto significativa. La presentazione del romanzo del magistrato-scrittore Rocco Cosentino “Nata sotto il segno del cancro” – Pellegrino editore -  è risultata essere il corollario di un discorso sul male del secolo, che affligge molte più persone di quante si possa immaginare.

Le relazioni, sulle quali diremo da qui a poco, non potevano eludere, per forza di cose, riferimenti pesanti sulla sanità in Calabria. Ma parlare di sanità a San Marco Argentano è come bestemmiare in chiesa. E spiegheremo perché.

Dal tavolo dei relatori, la testimonianza toccante di Lucio Lanzillotta ha aperto una ferita dolorosa nella sensibilità sociale e nell’affettuosa vicinanza di tutti verso lo sfortunato amico, affetto da patologie neoplastiche plurime e foriere si sofferenze fisiche e psichiche contro le quali Lucio continua a lottare con la volontà di un eroe e la forza di un guerriero.

La commozione, tuttavia, lascia subito spazio alla speranza. La relazione dell’oncologo-ricercatore, dott. Pierpaolo Correale, si cala sull’uditorio disegnando un quadro dal nitore abbagliante. Si stagliavano, nel suo background dialettico, la struttura e la fisionomia quasi umanizzate di cellule neoplastiche tese ad aggredire l’ambiente fisiologico che ne determina la genesi e le funzioni, le quali dovranno fare i conti con schiere agguerrite di cellule immunizzanti tese a neutralizzarne l’aggressione devastante, nonché il potere invasivo e prevaricante.

Sarebbe inutile e fuori luogo addentrarsi, in questa sede, nei dettagli tecnico-scientifici attraverso i quali si esprime il valore superlativo di quella che lo stesso dott. Correale definiva, con un pizzico di vanità professionale, l’arte medica, quasi fosse (ed in taluni casi lo è) l’espressione di genialità creativa in una disciplina che, come quella medica, ha ancora molti territori da esplorare e strategie da esperire, particolarmente in campo oncologico.

L’obiettivo sembra essere, allo stato, imparare a convivere con il male “patendo” (ecco perché paziente) il minor numero di sofferenze. Nella galassia della ricerca, tuttavia, siamo certi che esiste il luogo giusto ove reperire la molecola più efficace da indirizzare in maniera più mirata contro la cellula neoplastica nonostante la sua proteiforme fisionomia.

Una sorta di pensiero immaginifico mi induceva a concettualizzare l’immagine (perdonate la ripetizione) di una sanità che, in quella sede, veniva sorretta da un trinomio importante: la scienza, la letteratura e la giustizia. Un trinomio significativo accanto al quale, non me ne voglia il consigliere regionale Franco Sergio -  anch’egli tra i relatori – strideva il ruolo del politico. Anche perché quella politica che aveva, dal nulla, creato una struttura sanitaria di rilievo come l’ospedale a San Marco Argentano, una volta mutati carattere e fisionomia, lo aveva proditoriamente assassinato, non tanto per avere una vista sociopoliticamente miope, quanto per un acuto sguardo decisamente non disinteressato. Per questo si diceva: “…è come bestemmiare in chiesa!

Sappiamo tutti che la salute non è un diritto quantificabile in denaro, né si possono pitoccare nei reparti ospedalieri i termometri o le siringhe. Tanto è emerso esplicitamente in alcuni interventi della serata.

E pensare che i sanitari che operavano nel nostro ospedale sono oggi le punte di diamante dell’“Annunziata” nel capoluogo di provincia.

Sono cose che lasciano l’amaro in bocca, nonostante le amenità dialettiche dello scrittore-magistrato, in cui romanzo, nel dramma della gioventù crudelmente oltraggiata dal cancro, apre il cuore alla speranza ed alla gioia di vivere.

Luigi Parrillo