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La città politica (e non solo) alla luce del pensiero divergente |
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5
dicembre 2015 OSPEDALE. Ce lo troveremo sotto
l’albero o
nella calza della Befana? Mai come di
questi tempi si è parlato così tanto e così spesso dell’ospedale di San Marco
Argentano. (Leggi gli articoli) La sindaca
Mariotti vuol dare l’impressione di prendere il volo e lasciarsi alle spalle la
politica del «ramo secco», per
troppo tempo condivisa, per amore o per forza, perché tanto cara al suo
mentore. Non si sa se lei adesso si muove per espiare un vecchio scrupolo di
coscienza o (spero tanto di no) per illudere ancora una volta la buona fede
dei suoi concittadini. Certo, la foto a corredo dell’articolo delle “Cronache
del Garantista” non è per niente rassicurante, vista la vicinanza sorniona di
chi considerava il nostro ospedale un ramo secco da tagliare. (Leggi gli atti
ufficiali) Ma entriamo nel merito della notizia, la solita paginata che
dice tutto e non dice niente, ma quando tenta di dire qualcosa fa una tale
confusione, in cui l’unica cosa chiara è l’esatta dimensione del suo autore
per il quale «Ospedale o Casa della
salute poco importa», rivelando tutta la profonda competenza in ordine al
problema. Richiama, più avanti, i «numeri»,
i quali parlano chiaro per lui, ma non hanno mai parlato chiaro a chi li ha
rinnegati di brutto in riferimento alla sopravvivenza dell’ospedale, ma li
avrà tenuti in alta considerazione per calcoli utilitaristici di natura ben
diversa. Lei non immagina,
Sindaca, con quale gioia accoglierei la notizia (meglio se il fatto concreto)
della riapertura del “Pasteur” con funzioni nosocomiali. Sarei disposto a
dimenticare (quanto meno, a mettere da parte) tutti i principi che mi
inducono ad essere critico verso la sua [sua?] compagine amministrativa.
Diventerei il suo primo elettore e propagandista (mi può prendere in parola),
che in tempi di maggioritario spietato non è da buttare alle ortiche, anche
in considerazione del fatto che nulla è eterno a questo mondo. Ma fino a quel momento, mi consenta di dubitare. Tutto questo
sbracciarsi al vento per una Casettina
della salute farà rivivere la storiella della montagna che partorì un
topolino. E mi dorrei anche qualora il solito saccente dovesse, di fronte ad
un probabile insuccesso del suo affaccendarsi, dire che lei non era la
persona giusta per affrontare il problema o che non si è mossa come avrebbe
dovuto. Oppure, per converso, a fronte di un auspicabile successo, ormai reso
impossibile a parer mio, dicesse: «Se
non c’ero io….!» La vedo in un cul de sac, sindaca. Il che, in politica, prelude a giorni
neri; non vorrei che per qualcuno lei avesse già fatto il suo tempo e ci
fosse già il podio predisposto per altra figura in corsa. Non la sto gufando,
però, mi creda, in queste cose di solito ci azzecco. Simpaticamente, Luigi Parrillo |
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