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La città politica (e non solo) alla luce del pensiero divergente |
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18
marzo 2015 |
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Evacuazione lampo! E i lavori? |
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Ecco che si ripete la storia infinita di tutti i lavori
pubblici nel nostro paese. L’edificio delle scuole elementari di via Vittorio Emanuele
III, frettolosamente evacuato oltre un paio di settimane fa, è ancora in
attesa che vengano effettuati i lavori di ristrutturazione previsti da una
montagna di tempo addietro. Qualcuno con un po’ di fantasia li ha definiti i lavori della
discordia e delle dimissioni. Già lo scorso anno sorgevano gli interrogativi:
Si faranno? Non si faranno? Ma quando
si faranno? Chi li farà? Una ditta locale o un’impresa forestiera? Erano diventati
il tormentone di un intero anno scolastico e lo sport preferito delle mamme
(ma anche dei papà) davanti all’ingresso dell’edificio in parola. Stavolta, sembrava fosse giunto il momento. Ce lo lasciava
intendere una evacuazione lampo, avvenuta sotto la pioggia di un fine
settimana, come se il lunedì successivo l’impresa appaltatrice che, secondo
indiscrezioni attendibili, non vede l’ora di mettere mano ai ferri) avesse dato di piglio all’attrezzatura per
avviare e portare a termine i famigerati lavori di ristrutturazione che, dati
i tempi, si ha l’impressione che fossero stati previsti addirittura nella
bibbia. Invece, l’edificio è lì. Langue e sbadiglia nell’attesa. Ma chi se ne frega? Il sindaco (la sindaca – se preferite) che
ha avocato a sé la delega alla pubblica istruzione, tace; almeno
pubblicamente, e se dice qualcosa in privato non ha valore e non c’interessa.
L’opposizione non mi pare che abbia detto qualcosa in proposito. Le mamme se
ne lamentano tra di loro, anche un po’ sottovoce, a dir la verità. Ma la
stranezza è che, forse per i miei trascorsi scolastici non silenti, in tanti
mi chiedono insistentemente informazioni sullo stato delle cose. Io ne so quanto loro. Tuttavia, ciò che posso fare da parte
mia, è chiedere pubblicamente, attraverso questo strumento di informazione,
che qualcuno ben informato dirami in forma pubblica lo stato dell’iter dei
lavori, perché non è bello lasciare gli alunni in un intollerabile disagio,
senza avere contezza dei modi e dei tempi presumibili in cui avranno
finalmente termine le vicende di questa Torre
di Babele. Qui non si tratta di ammodernare un ristorante o una
discoteca. È una scuola. Per di più, è una scuola primaria, che ospita
bambini in tenerissima età, che, da un po’ di tempo in qua, vengono sbattuti
a destra e a manca come se fossero delle greggi da ricoverare in uno stazzo
piuttosto che in un altro. I bambini si affezionano agli ambienti scolastici
e ne va del loro rendimento. Ci basta, per ora, che qualcuno, recuperando un minimo di
sensibilità sociale, fornisca risposte certe sulla vicenda, in modo tale da
rasserenare l’opinione pubblica interessata e metterla nelle condizioni di
vivere questo disagio avendo come punto di riferimento certo la data di fine
di questa odissea, sulla quale non manca chi ha persino il coraggio di ridere
dimostrando il gusto pessimo di fare dell’ironia inopportuna. E tanto basta! Luigi Parrillo |
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