Edilizia scolastica: quanti pesi e quante misure!
- Di corsa! Fate in
fretta! Serve una scuola!
Urla, quasi, il sindaco Mariotti dalle pagine de “La
Provincia”, invitando chi dovesse avere disponibilità di locali idonei a
farsi avanti per redigere un eventuale contratto di locazione per la scuola
dello Scalo.
E ce ne accorgiamo il 25 di agosto?
Non solo. Ma, nell’arco di una manciata di giorni, la vogliamo
così, cosà, e cosà, …… e non più lontana di lì, e non più vicina di là, e non
più piccola di così, e non meno attrezzata di cosà, eccetera, eccetera,
eccetera:
1.
Ubicata presso lo
scalo ferroviario e dintorni (non sono specificati i dintorni).
2.
Locali facilmente
raggiungibili (a piedi o in automobile?).
3.
L’accesso dovrà
essere autonomo.
4.
I locali dovranno
essere serviti da adeguato parcheggio per gli operatori e l’utenza.
5.
La superficie
dovrà essere pari o superiore a mq 150 e dovrà accogliere 5 aule e servizi.
Tutto giusto e opportuno. Ma il luogo, il tempo stretto, la
fretta e le caratteristiche perentorie e minuziosamente descritte ci fanno
riflettere e non poco. È vero che a
pensar male si fa peccato, però….!!! (diceva il povero Andreotti).
Per cui: o si è già individuato lo stabile e si sta menando il
can per l’aia, o non si ha la minima idea di dove collocare la scuola per i
presunti novanta giorni e, quindi, si prende per i fondelli l’opinione
pubblica. Ma, in quanto a questo, chi vivrà vedrà!
La contraddizione stridente, però, la si riscontra nella
considerazione che una analoga situazione di emergenza l’ha vissuta e la sta
ancora vivendo la scuola elementare del centro urbano, i cui alunni sono
collocati in locali di emergenza (non dico di fortuna perché di fortunato non c’è assolutamente nulla).
Chi si è posto gli interrogativi se la dismessa pretura avesse
le caratteristiche necessarie per ospitare mesi e mesi (dal 1° marzo scorso –
per essere esatti) gli alunni delle scuole elementari, che a settembre
ritorneranno obtorto collo ancora
lì dentro chissà per quanto tempo? Chi si è posta la questione del
superamento delle barriere architettoniche, considerato che tra i nuovi
iscritti per l’anno 2015-2016 potrebbero esserci alunni con problemi? Chi si
è chiesto se condividere i locali con il giudice di pace sia il massimo per
garantire la sicurezza degli alunni, visto che l’accesso non è autonomo, come si richiede perentoriamente per la
scuola dello Scalo?
Molti pesi e molte misure, sindaco!
Le posso chiedere chi le ha fornito una bilancia così “sbilenca”?
Lo so che di queste cose alla gente non importa un cavolo,
visto che sta zitta e china la testa. Ma dia un barlume di soddisfazione alla
sua coscienza. Si affacci liberatoriamente dalla
finestra più ampia del “palazzo” e respiri una boccata d’aria pura. Il mondo
è quello che sta al di fuori. Contribuisca di fatto a renderlo migliore.
Perché il mondo nasce e si costruisce nella scuola, di cui
anche lei è responsabile, visto che lei è il capo dell’amministrazione e il
primo cittadino. “Primo” non vuol dire il capofila di un plotone allineato e
coperto.
“Primo” vuol dire colui (o colei) che guida, che dirige, che
programma, che “ordina”, che dispone. Perché, lo faccia o no, lei ne ha la
responsabilità. Di tutto ciò che accade nella nostra comunità e che la
investe, in ogni settore (scuola – sicurezza – salute – etc.), lei è l’origine
e la causa. Ne prenda coscienza e se ne ricordi!
Da tutto ciò può trarre stima o disistima. A lei la scelta!
Luigi Parrillo
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