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Sindaco f.f. E
così sia! La locuzione, spesso pronunciata, senza approfondirne il senso
reale, alla fine di ogni preghiera, oggi sancisce, senza ombra di dubbio, la
fine di una carriera che era appena cominciata: la carriera del primo sindaco
donna della città. Infatti,
con atto formale, prot. n.
5350 emesso il 18/06/2014, il
“nuovo sindaco” delega l’ex consigliere regionale Giulio Serra (oggi
consigliere comunale) a coadiuvarlo nelle funzioni di: “RIORGANIZZAZIONE DEI SERVIZI E
DELL’APPARATO BUROCRATICO E DELLE RISORSE UMANE, LAVORI PUBBLICI E INFRASTRUTTURE, POLITICHE URBANISTICHE E SVILUPPO
TERRITORIALE, POLITICHE DEL LAVORO” e scusate se è poco. Un esordio abbondantemente previsto. In pratica, gli consegna nelle mani, al di
là degli arzigogoli formali buttati giù nel dispositivo di delega e che
dovrebbero creare una cortina fumogena dialettica sulle reali funzioni che la
delega stessa attribuisce, il vero apparato di “potere” di un’amministrazione
comunale, da esprimere come egli solo sa fare. Ora
ci risulta molto più chiaro il significato dello slogan elettoralistico
“continuità nel cambiamento”. Continuare a gestire come sempre, da parte
delle persone che lo fanno da trent’anni o giù di lì, il vero ed unico potere
esprimibile dall’amministrazione locale, con il semplice e modesto
cambiamento di qualche testa a supporto. Ora
si distinguono con maggior nitidezza i tratti delle figure e delle
controfigure in un consiglio comunale ancora una volta destinato a
caratterizzarsi, come succedeva qualche anno fa, per alzate di mano su
impulsi telecomandati. La cosa fa scalpore se si considera il diverso livello
di istruzione [la cultura è un’altra cosa] rispetto ai consessi civici cui si
faceva riferimento. Ma
sorge un altro interrogativo: chi riferirà, in giunta, in ordine alle
funzioni così disinvoltamente
delegate, atteso che un consigliere comunale, quand’anche titolare di delega,
non ha diritto a prenderne parte, pena la illegalità e la illegittimità della
stessa seduta? La domanda, naturalmente, è retorica. Ne conosciamo già la
risposta in tutta la sua iperbolicità. Si
troverà un segretario comunale che, quale “notaio” del comune, sia disposto a
conferire regolarità formale e sostanziale a sedute di giunta eventualmente
così viziate? Era
il maggio del 1995 (la storia si ripete nei fatti e nei protagonisti) quando
scrivevamo le stesse cose. Leggete:
Sono
trascorsi vent’anni. Vent’anni di storia che non hanno cambiato nulla in
questo paese. Vent’anni di ripetizione pedissequa di quei fenomeni che hanno
trascinato la città giù per la china di un tracollo inarrestabile. Buio su
tutto. L’unica cosa che luccica è lo specchietto per allodole del finto
benessere, del finto sviluppo, dei finti personaggi, delle finte scalate
sociali. E
alla finzione scenica di taluni personaggi in costume da amministratori, fa
riscontro una realtà spesso grottesca e deprimente, che, paradossalmente, non
mortifica i sostenitori che li hanno eretti (si fa per dire) sul piedistallo. Persino
la figura del sindaco, alla luce degli eventi, si ammanta di finzione
scenica. Peccato! Era un’occasione da sfruttare fino in fondo per recuperare
il terreno perduto, negli ultimi anni, sul piano dell’immagine. Deleghe
così importanti e così determinanti per la vita della comunità andavano affidate
in mani libere da dubbi e sospetti, che rimarranno sempre legittimi fino a
quando gli organismi competenti non avranno, con sentenza definitiva,
liberate da ogni ombra. Una donna dovrebbe capire meglio di ogni altro quale
spada di Damocle, sulla testa di chiunque, rappresentino i dubbi e i sospetti
di qualsiasi natura. Non sembra possibile che si possa smarrire così il senso
della ragione, oppure offrirlo in olocausto per cause discutibili o interessi
inconfessabili. Credere
nella presunzione di innocenza le fa onore, sindaco. Ma lei non fa il
giudice. Né io. Per questo rimango serenamente in attesa della sua
certificazione ufficiale. Né mi straccio le vesti. Ma fino a quando la
presunzione rimane tale, ragione e logica impongono che né si castighi né si
premi. A meno che… Bella,
in ogni caso, questa entrata in scena dalla teatralità indiscussa. Anche per
questo la definisco Sindaco facente funzione! Per chi ama lo spettacolo, è il
massimo. Ma, alla fine, vi chiederanno il bis? Luigi Parrillo |
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