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18
aprile 2014 |
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Si,
no, forse! Il balletto continua. È opinione universale che la democrazia maturi nel tempo. Perché
il tempo significa esperienza, crescita interiore, sviluppo e affinamento
degli strumenti politico-amministrativi. Il tempo fa lievitare saggezza e
stempera animosità. In pratica, è galantuomo, come dicono tutti. Sempre?
Forse no. Di solito generoso per ampiezza (il tempo è infinito), a volte
si concede con parsimonia fino a farti mancare il respiro. Questo perché
l’uomo non sa usarlo con intelligenza e ne spreca molto più di quanto ne
utilizza e quando, come si dice, il tempo stringe, si arrabatta, si arrangia
come può, arruffa, lascia, riprende, rappezza, compone, scompone e ricompone,
senza la necessaria lucidità che, invece, è compagna inseparabile del tempo
giusto. Perdere tempo, spesso, è un’arte; far perdere tempo è un
mestiere da furbi o da disfattisti; essere indotti a perdere tempo e cascarci
è da sciocchi, perché chi ti trascina in inspiegabili perdite di tempo, lo fa
quasi sempre per fregarti. Poi, si tira indietro e si diverte ad osservare. Ora, però, basta! Non è più tempo di perdere tempo. Ora vogliamo che tutto si concretizzi, che le cose abbiano un
volto e una fisionomia, che i fatti aprano spiragli di futuro e di speranza,
ma soprattutto che i fatti ci siano e siano concreti, a dispetto dei
guastatori e per il bene della città. I giornali
si divertono, giocano d’azzardo, provano anche a disorientare l’opinione
pubblica per interessarla all’acquisto della copia del giorno dopo, inventano
partite a scacchi dove non ci sono e tracciano linee dritte dove si
intravedono corse ad ostacoli. I nomi, poi, sono la loro specialità e li
incasellano secondo logiche pettegole e di basso profilo. Se fossi convinto
che certi articolisti si intendano di subliminale, direi che giocano
scorretto o su indicazioni ben precise. L’unica
nota intelligente, consapevole o meno, è il riferimento conclusivo all’uovo
di Pasqua, da intendere, naturalmente, come elemento sorpresa che potrebbe
capovolgere tutto e ricominciare il gioco delle tre carte. Sarebbe una gioia
per i giornali, ma per San Marco avrebbe l’effetto della esplosione di un vulcano con terremoto al
seguito, per cui la città sarebbe costretta ad distendersi sul letto di
Procuste del tanto peggio tanto meglio. Non scherziamo. Qui si tratta di scegliere le persone giuste
per rimettere in buona luce il buon nome della città e dargli quella spinta
propulsiva che la proietti verso un futuro meno incerto. Per cui le persone
giuste non sono quelle colorate di rosso, o di bianco, o di nero, o di
qualsiasi maledetto colore attiri la vostra attenzione. E nemmeno parenti o
amici ai quali non si può dire di no.
Le persone giuste devono avere una testa che funzioni, un
cuore che si emozioni, il senso della comunità, meno egoismo (che conduce
solo verso gli interessi personali), meno difficoltà economiche (che
sappiamo, poi, dove vanno a parare); ma, principalmente, non devono avere
padroni, né politici, né di qualsiasi altra natura. Le persone giuste devono essere libere: libere dal bisogno,
libere dalla paura, libere nel pensiero e nei comportamenti, libere di agire
rispondendo delle loro azioni esclusivamente alla comunità che li avrà
eventualmente espressi. Le persone giuste sono quelle che ci rappresentano totalmente,
che ci somigliano nell’animo, che ci danno affidamento senza riserve. Se non hanno queste qualità, non sono le persone giuste e ci
faranno del male. Allora, i balletti del si, del no, del forse, risulteranno
inutili. Tutti i candidati dovranno, alla fine, fare i conti con noi, con gli
elettori. Perché noi elettori siamo gli unici in grado di far saltare per
aria tutti i patti furbeschi e scellerati che non abbiano come obiettivo lo sviluppo
della città. Nessuno, pertanto, potrà avere la certezza matematica di
vincere queste elezioni, perché nessuno ha titolo alla vittoria per diritto
divino o perché ha vinto quasi sempre. Candidature che siano effetto di
prepotenze, o di trasmissione dinastica, o di ricatti sottaciuti, potrebbero
avere brutte sorprese alla fine dei giochi. D'altronde, il tempo ci sta trascinando velocemente verso il
25 di maggio, quando verificheremo se sarà stato veramente galantuomo oppure
no. Luigi
Parrillo |
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