11
giugno 2014
Si
riparte
(ovvero, ricomincio da quattro)
Dopo
la parentesi commissariale, si riapre il sipario su un consiglio comunale eletto,
nella bella aula consiliare di Palazzo Santa Chiara. Al di là della facile
retorica della stampa locale sulla presenza di ben otto donne tra i banchi
del consiglio, l’attesa dei cittadini, almeno di quelli depositari a pieno
titolo di questa qualità, è rivolta in direzione di una reale svolta
politico-amministrativa annunciata – promessa, direi – in campagna
elettorale, con enfasi e non solo.
Le
donne sono un elemento importante nella composizione del Consiglio. E la
nostra speranza è che riescano a debellare un maschilismo tradizionalista che
ancora detiene le leve direzionali, difficili da “mollare” quando si proviene
da esperienze ultraventennali di utilizzo sottostimato delle donne in questi
consessi.
Era il 9 giugno del
1995 quando stigmatizzavamo tale atteggiamento antistorico e antisociale nel
sindaco (sigh!) dell’epoca. Ancora qualche tempo dopo, cocciutaggini maschiliste
furono causa di una sconfitta di misura, probabilmente anche per ragioni di
questi tipo.
Oggi,
a distanza di diciannove anni dalle prime stupide supponenze, si spera che
l’affermazione del genere femminile, ancorché utile a qualcuno sul piano squisitamente
elettoralistico, sia foriera di significativi cambi di registro nella
gestione della cosa pubblica nel nostro comune.
Meno
richiami storici ad una certa “continuità”, sbandierata in campagna
elettorale, potrebbero creare un clima certamente più disteso tra maggioranza
ed opposizione, anche in considerazione del fatto che il gruppo di minoranza
è rappresentato da donne al 50%.
La
lite, tanto cara a certa “gente” che millanta qualità di cittadinanza, non
serve a nessuno. A meno che non la si voglia cavalcare per la solita finalità
poco onesta di creare ulteriori fratture sociali ad uso e consumo di chi ne
ha sempre goduto. Ne hanno tratto vantaggio persino ambigue bilocazioni, che
si aggiungono a tutta una serie di elementi decisamente non positivi.
La
stampa anticipava, stamane, una bozza di organigramma tutta da verificare nel
tardo pomeriggio di oggi.
Noi, per abitudine inveterata, non facciamo i profeti né gli
indovini (checché ne dica qualche critico letterario dell’ultima ora) e,
pertanto attendiamo lo svolgersi degli eventi per la cronaca e i commenti del
giorno dopo.
Ci corre l’obbligo, in ogni caso, di formulare gli auguri di
buon lavoro a tutti i componenti del consiglio comunale, con la speranza che
la città possa trarre il massimo dei vantaggi sociali possibili da questa
nuova formazione, poiché si avvale di un nuovo motore propulsivo identificato
nei quattro consiglieri di minoranza,
tesi ad esprimere una forza ed una determinazione non comuni.
Nella nostra città, che ormai ama qualificarsi anch’essa come
la città del peperoncino, anche ai cavalli da corsa non è inutile
somministrare un po’ di pepe sotto la coda.
Luigi
Parrillo
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