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febbraio 2014 Parenti
serpenti Il
quadro politico locale tende ad assumere connotazioni sempre più indistinte,
sia nella nomenclatura, sia nelle modalità di esplicazione.
(leggi) Partiamo dalla nomenclatura. Abbiamo sul territorio cittadino
aggregazioni politiche così definite: 1.
Partito democratico. 2.
Popolari e democratici. 3.
Progetto democratico. Se fossero nomi e cognomi avremmo nomi diversi con lo stesso
cognome. Vuoi vedere che sono parenti? Se volessimo ridurli in acronimi ci troveremmo di fronte ad una
identità sconcertante: PD. Ora, il primo soggetto ha una sua identità originale,
riconosciuto giuridicamente e politicamente a livello nazionale, con
organismi definiti ed individuabili, organi statutari e sede ufficiale. Il secondo galleggia nella palude della politica locale da più
anni e da più legislature. È caratterizzato da intercambiabilità occasionale
e di comodo, con un piccolo zoccolo duro che fa capo all’ideatore padrone, la
cui intraprendenza ne garantisce la sopravvivenza (ma non l’assetto
democratico), salvo incidenti di percorso più o meno gravi che, negli ultimi
tempi, non mancano di verificarsi. Il terzo soggetto, che “irrompe” – dice il giornale – nel
panorama politico locale, è in via di concepimento. Assume la democrazia
nelle intenzioni e il moderatismo nell’impianto teorico. Nei fatti, non
sappiamo che cosa è e che cosa vuole: è alla ricerca di utili apparentamenti
e il nome “progetto” non corrisponde ad un progetto (nel senso di piano
programmatico) di sviluppo per la città. Chiede adesioni sulla "progettazione”
di una lista che ritiene vincente, ma non su una serie di cose da fare per
San Marco, sulla scorta della cui condivisione si può chiedere di convergere,
non su altro. Presso di noi, le parole
hanno un senso ed un valore. E persone che si considerano esperti di
linguistica (o di glottologia) tanto da riuscire con estrema disinvoltura ad
attribuire paternità linguistica e stilistica a discutibili foglietti
anonimi, dovrebbero capire che solo dando un senso alle parole si risulta
chiaramente leggibili e comprensibili dai cittadini. “Progetto
democratico”, quindi, va chiarito in entrambi i termini della denominazione.
Non disprezzeremmo, altresì, la descrizione dell’identikit del moderato tipo,
tanto per farci un’idea. Ne conosciamo il coordinatore, l’avv. Artusi, con il quale
abbiamo condiviso, in passato, esperienze pregresse di amministratori
comunali tra le file dell’antico e nobile Partito Socialista, faro della
sinistra, che in Calabria brillava particolarmente per la presenza di nomi
illustri, tra cui quello autorevolissimo di Giacomo Mancini, quello vero! A margine di tutto ciò, si sente parlare ogni tanto di una
aggregazione pentastellata, sulla cui composizione
poco si dice, anche perché recentemente colpita da qualche defezione. Su tutta questa bella spalmata di buone
intenzioni (e non altro che questo), da stamattina aleggia la notizia che la
magistratura ha fissato per l’undici marzo prossimo, l’udienza per rispondere
delle accuse di falso, diffamazione, peculato e truffa, rivolte dall’avvocato
generale Scuderi ai consiglieri regionali Antonio Rappoccio e Giulio Serra. (leggi l’articolo di
“Gazzetta del Sud”) Del primo ci interessa poco, ma il secondo è parte integrante,
nonché protagonista di rilievo, della politica del nostro territorio e,
prevalentemente, della nostra città. L’ombra di rimborsopoli,
quindi, potrebbe offuscare ulteriormente la poca chiarezza nella quale si
articolano le strategie politiche di questi ultimi giorni. Il cittadino sammarchese avrà un bel da fare per districarsi in
questo labirinto, che corre il rischio di intricarsi ancor di più se sarà
caratterizzato da apparentamenti che, alla luce degli ultimi avvenimenti e
delle ultime notizie, diventano rischiosi sul piano della credibilità e su
quello della durata, nonché dell’immagine di una futura amministrazione,
qualora venisse coinvolta, anche se di striscio, nella scia di qualche brutto
polverone. L’orizzonte non è così limpido come si vorrebbe far credere. Sono tempi brutti. Tempi in cui c’è poco da ridere e tanto da
riflettere. Noi lo stiamo dicendo da tanto, tanto tempo. Luigi Parrillo |
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