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04
ottobre 2014 Con
Serra ricompare l’apoteosi
del “bitummo” Avrei evitato volentieri di commentare l’ultimo consiglio
comunale, tuttavia, nel riascoltarlo, non ho potuto impedire che il monitor
del mio PC incominciasse a riempirsi di lettere, sillabe, parole, che
sgorgavano spontanee, quasi per istinto, nell’atmosfera di desolazione che si
immaginava nel susseguirsi degli “interventi” diramati, con ottima qualità di
ascolto, dai tecnici preposti alla gestione e alla divulgazione di Volontà cittadina. Era dal 1995 che lasciavamo cadere nel vuoto,
anche per caduta di interesse, gli strafalcioni non solo concettuali che
trascinavano in basso, con il proprio peso, taluni sproloqui fiume nei quali
era difficile cogliere il senso di qualcosa. E pensare che non è da tutti
dire, disdire e non dire nello stesso istante. Ci vogliono abilità e coraggio
per riempire l’aria di parole che, messe assieme, non aggiungono un’acca a
quello che c’era prima che fossero state dette. Facendo uno sforzo per estrapolarne il senso, tradurremmo
così: “Forse faremo alcune opere possibili soltanto se ci saranno i
soldi; ma siccome i soldi probabilmente non ci saranno, non sappiamo se
queste opere si potranno fare. In pratica, dobbiamo aspettare che la Regione
Campania restituisca dei fondi non utilizzati; che questi fondi siano
indirizzati verso la Regione Calabria; che la Regione li destini al nostro
comune; e poi si vedrà.” (Chi non ci credesse
può cliccare qui) (O
ascoltare l’audio) Un girotondo pazzesco, ma anche una plausibile scusa, come
sottolineava la consigliera Incoronato, per far si che molte opere pubbliche,
messe in programma da vent’anni e ripetute pedissequamente in ogni
consiliatura, rimangano programmate e non realizzate per altri vent’anni
almeno. Le
giovani leve ci credono e danno spago e, nel loro disarmante minimalismo – lo
evidenziava il capogruppo dell’opposizione Antonio Lanzillotta – appaiono
soddisfatte della possibilità concreta che si potrà almeno “bitummare”
qualche strada. È triste! Per non parlare di alcuni consiglieri di lungo corso che si
appellano, desolati, al fatto di essersi appena insediati, dimenticando, e
cercando di far dimenticare a chi li ascolta, il fatto che sono lì da decenni
e conoscono a menadito il territorio e le problematiche che lo affliggono. Ci
hanno ficcato il naso da fuori e da dentro non appena hanno potuto sporgerlo,
con ogni sotterfugio politico e non (vedi amministrazione Termine appena
conclusa non senza spinte esterne di nota marca “politica”). Questa è la premessa essenziale intorno alla quale si è
aggrovigliato, per oltre quattro ore, il consiglio comunale ordinario del 30
settembre scorso, caratterizzato da intenzioni fumose e parole al vento. Un
po’ di politichese, qualche blandizia di maniera, e la pantomima si svolgeva
tra argomentazioni contrapposte, ironia talvolta fuori luogo, infantilismi
dialettici da scuola media di primo grado, piccoli battibecchi ai limiti
della pertinenza e dal frasario inadeguato. Calatasi per un attimo nel vissuto quotidiano, la maggioranza
ci offre l’aumento dell’IMU, che fa incavolare l’opposizione. Nessun rispetto
per le “classi meno ambienti” (sigh!) e nessuna
proposta (tranne un significativo flash in conclusione di Glauca Cristofaro)
per cercare di recuperare cifre importanti attraverso una seria verifica
della correttezza tributaria. Chissà perché! Molti ritengono che mettere le
mani su cose che scottano è pericoloso e ci si ustiona irrimediabilmente le
dita. I furbi affermano che è meglio non sapere. In pratica, continueranno a
pagare sempre e soltanto i soliti fessi. Ecco come si manifesta pubblicamente la totale mancanza di un
disegno politico che riesca ad esprimere un pronostico nuovo, chiaro e
comprensibile per il futuro della città. È la totale assenza di quella sperata ed attesa freschezza di
pensiero che avrebbe restituito alla politica il ruolo di strumento e non di
obiettivo. Perché la politica come fine produce arroganza. La stessa che
si manifesta quando non si hanno più argomentazioni valide e presuntuosamente
fa affermare con prosopopea stentorea: “Il popolo ci ha votati e noi questo
sappiamo fare!” Non è una novità. Buon pro al popolo che li ha votati! Luigi Parrillo |
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