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23 maggio 2013 Uomo avvisato… Non c’è alcun
trionfalismo nel parlare di certi argomenti, che vorremmo non avessero mai
sfiorato la nostra città, da sempre nota per fattori di ben altro genere.
Oltretutto, non ne godiamo, a differenza di chi prova un gusto sadico nel
lanciare accuse e sospetti sulle persone senza uno straccio di prova, se non
la propria limitata intuizione, tipica di quanti pensano: son tutti come me; siamo tutti uguali. Ma la
cronaca ha una sua legge e le cose che accadono vanno raccontate sotto i
possibili punti di vista. Partiamo
dall’inizio: Nel
luglio del 2011 Cittadinanza
Critica pubblicava un manifesto nel quale venivano riportate alcune
spese sostenute dalla Regione Calabria, che a noi sembravano spropositate e
inopportune. Dicevamo che non avevano senso ed erano uno schiaffo alla
miseria. Dicevamo che con quei soldi si poteva tranquillamente mantenere
aperto l’ospedale, perché l’ospedale era utile alla gente, mentre queste cose
erano utili soltanto a fare scialacquare poche persone. Per
fortuna, ogni tanto c’è chi se ne accorge e vuole vederci chiaro. Per cui,
mentre c’è chi, molto pretestuosamente, si preoccupa di come la gente
“spende” le parole (le capisse, almeno), la magistratura e la Guardia di
Finanza, molto più prosaicamente, vogliono sapere come si spendono i soldi,
quelli della comunità (i nostri, per intenderci). Allora vogliono
giustificazioni sulla fonte del denaro impiegato per comprare i gratta e vinci, per organizzare cene
eleganti con centinaia di persone, per pagare multe automobilistiche, per
comprare scope elettriche, per il materiale sanitario acquistato in
ferramenta, etc. (v. gli stralci di quotidiani riportati qui sotto). E si che,
appena un mese fa, avevamo invitato qualche baldanzoso consigliere regionale
a riflettere sull’equazione seguente: “…alle
grandi penne sta l’editoria, come ai grandi politici sta la Guardia di
Finanza.” Oggi, i
giornali calabresi hanno questi titoli con tanti nomi nella stesura degli
articoli: |
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«Adesso si inizia a
fare sul serio – scrive C. Minniti su Calabria Ora- . Nella giornata di ieri
– prosegue – i militari della Guardia di Finanza hanno iniziato a notificare
13 inviti a comparire nei confronti di altrettanti politici che risultano
indagati per il reato di peculato. […] Adesso i consiglieri dovranno spiegare
ai magistrati della procura reggina come hanno speso i soldi pubblici avuti
da ciascun gruppo. [….] Per i pubblici ministeri, la gestione dei soldi
sarebbe avvenuta secondo canoni lontani da quelli che dovrebbero
contraddistinguere una sana vita politica. […] Gli uomini del colonnello
Petrozziello hanno scoperto come ci si faceva rimborsare anche semplici
scontrini al bar, i-phone, i-pad, ricariche telefoniche, bollette tarsu,
detersivi e finanche il tagliando dell’auto o il pieno di carburante ed i
tributi da versare all’agenzia delle Entrate.» |
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Cfr.
anche: |
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Chi
dovesse sospettare che da parte nostra si sia già formulata una sentenza di
condanna, commetterebbe errore gravissimo. Il garantismo, di cui ci pregiamo
di essere titolari, non ci consente neppure un briciolo di sentimenti che non
siano di raccapriccio per queste note di cronaca che vorremmo non colpissero
mai persone di nostra conoscenza. E siamo qui, tesi a sperare che sia
pienamente dimostrata l’estraneità ai fatti di cui sono sospettati. L’unico
elemento che ci colpisce negativamente è la sicumera che taluni hanno cucita
addosso, la falsa cordialità con la quale sono certi di accattivarsi la
vicinanza della gente, il livore sotto il sorriso, il disprezzo sotto la
stretta di mano, la presunta superiorità avvolta nel falso egalitarismo, il
manieristico sostenere di aver bisogno di te mentre pensa di carpire il tuo
favore. Non
c’entra nulla con l’avviso di garanzia che, in fondo, dà a ciascun “avvisato”
la possibilità di reperire tutti gli elementi per mettere in evidenza la
propria innocenza, nella quale continuiamo a credere con forza fino a prova
contraria. E poi, certe esperienze servono anche a ridimensionare, ove ce ne
fossero, sensi di onnipotenza per cui si immagina che, come le brutte
malattie, capitino sempre agli altri. Questo è
quanto, fino a questo momento. Ci
auguriamo solo che gli sviluppi futuri non abbiano a colorare di tinte fosche
una vicenda già di per sé antipatica, che proietta una luce bassa, perciò
lunghe ombre, su personaggi che, sulla scorta delle nostre attuali
conoscenze, non lo meriterebbero e che, pertanto, riscuotono la nostra
solidarietà in ordine alle contrarietà che oggi le affliggono. Luigi
Parrillo |
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