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31 luglio 2013 Cade un altro pezzo della giunta
Termine Lascia o raddoppia? La
cosa non è proprio come il vecchio gioco a quiz, che, nella seconda metà
degli cinquanta, fece esplodere le fortune televisive del compianto Mike
Bongiorno. Qui, per ognuno che lascia c’è qualcun altro che raddoppia, specie
se il lasciare rientra nel giro virtuoso di imperscrutabili giochi politici a
medio o a lungo termine. Il
dubbio è legittimo, visto che il “lasciare” sta diventando un giochino di
moda per mettere in vetrina il “nuovo che avanza”. E si che di “avanzi” ne
resteranno parecchi con le nuove norme che prevedono snellimenti sensibili
nella composizione dei consigli comunali, utili, tuttavia, per lasciare allo
scoperto molti appetiti e poca sostanza. Intanto, un altro
pezzo di Giunta comunale cade com’è nella buona tradizione
dell’amministrazione Termine. Martino se ne va, tanto per dare un ritocchino
ulteriore all’immagine della maggioranza, ormai talmente deteriorata di suo,
che nulla può più peggiorarla o scuoterla nella suscettibilità. Sui
giornali, intanto, corrispondenti di scarsa fantasia (non sappiamo se per
indole propria o per induzione non disinteressata) si divertono a compilare
la schedina per il prossimo totogoverno cittadino.
Si tratta di capriole piuttosto infantili per intuizione, che imitano per
scompostezza il più retrivo pettegolezzo popolare, giusto per togliere dalla
strada di qualcuno qualche sasso su cui potrebbe inciampare cammin facendo. È un
vecchio gioco scorretto, che conosciamo da tempo. Quello di bruciare con
largo anticipo i concorrenti pericolosi: li si colora di pochezza, di
inutilità, di incapacità, di difficoltà nel raggiungimento degli obiettivi;
li si sospetta (tra il detto e il non detto) di litigiosità e di scarsa
intelligenza politica; se ne offusca l’immagine ricorrendo, come nelle
pubblicità subliminali, all’uso del dispregiativo buttato lì a caso; li si
nomina in un contesto implicitamente negativo; e poi si pronuncia il nome del
salvatore della patria, che finora ha salvato solo se stesso passando sul
cadavere della città. È un
trucco risaputo che, però, può trarre in inganno molti ingenui i quali,
nonostante tutto, sono ancora disposti a riporre la loro fiducia in
personaggi bocciati dalla storia e dalla cronaca, e decisamente condannati da
una buona fetta di opinione pubblica. Ecco perché si dà la caccia alla gente
per bene, cercando in tutti i modi di stroncarne il cammino politico, come se
talune prerogative appartenessero solamente a persone di ben noto stile e di
ben delineato calibro socio-culturale. Eppure,
nella nostra città nascono movimenti di pensiero, si registrano fermenti
culturali, si scambiano idee ed opinioni con un ritmo frenetico. Sono cose
che riscuotono interesse nella gente onesta e aprono speranze nelle persone
in buona fede. Destano sarcasmo e ilarità in quei cosiddetti personaggi “di
peso”, fortificati dalla certezza di poterle soffocare con un niente in prossimità
della tornata elettorale della primavera prossima. E ce la faranno se questi
movimenti non sono radicati nel profondo di animi solidi e forti, ma
galleggiano su coscienze liquide pronte a sbrodolarsi nelle mani del primo
ciarlatano che prometta mari e monti, nonché sistemazioni durature quanto la
vita di un centro commerciale di periferia. Ma questo lo verificheremo fra non molto. Luigi Parrillo |
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