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5 giugno 2013 Commento
al documento della Segreteria del PD “Inciucio”: fallimento su tutti i fronti Come era prevedibile, e lo abbiamo detto sin dalla nascita
dell’ammucchiata selvaggia di Palazzo Santa Chiara, il “branco” non è in
grado di mettere in cantiere idee utili allo sviluppo della città, o di porre
in atto provvedimenti che mettano un freno allo scivolamento del paese verso
il declino totale, da più parti ventilato. Tra le righe del documento del segretario politico del Partito
Democratico, aleggia il concetto che per essere buoni amministratori bisogna
amare la propria città, averla nel cuore, e farsi trascinare dal desiderio di
volerne la crescita in modo da promuovere condizioni di vita meno
problematiche per i cittadini. Chi siede intorno al tavolo dell’aula
consiliare non può chiudere la partita solo dopo aver gratificato le
ambizioni personali o dopo aver messo a tacere gli stimoli (sarebbe meglio
dire i morsi) del proprio interesse. Invece, pare che stia accadendo
proprio questo. Come direbbe qualcuno, si è smarrito il confine tra la ragion
di Stato e l’interesse di bottega. La politica latita e l’opinione pubblica è smarrita in attesa di
sviluppi che non ci sono. Gli amministratori non parlano, forse per volontà o
forse per incapacità. Alcuni politici tramano nell’ombra o negli angoli
appartati, temendo forse coinvolgimenti nelle recenti disgrazie di qualche
regionale con cui hanno rapporti. Se ogni
tanto non uscisse allo scoperto il circolo dei Democratici, si potrebbe dire
che la politica in questa città sia soltanto un ricordo di poco più di un
ventennio fa. Dopo ci
che, il buio! E i problemi? Beh, quelli possono aspettare – dice il “branco”. Intanto, il segretario del PD sammarchese ne mette in evidenza,
tra gli altri, tre che appaiono essere urgenti e, per ciò stesso, importanti. 1.
La sanità (leggasi ospedale). 2.
L’igiene pubblica (raccolta differenziata dei
rifiuti solidi urbani). 3.
Il riscatto del terreni livellari (rivedi
“Partecipazione e Democrazia” del maggio
2005 e del luglio dello stesso anno). In ordine al primo punto, non si capisce perché, tra i tanti
ospedali operanti sul territorio, è stato chiuso soltanto quello di San
Marco. Di solito, quando si sopprime un servizio per il cittadino, lo si
dovrebbe sostituire con uno più funzionale; qui, quale sarebbe quello
migliore? Si pensa forse di costruirne ex novo un altro diverso? Quando?
Dove? Si pongano queste domande ai regionali in causa, vedremo se ci daranno
risposte e di che natura saranno. Bisognava fare economie? Facciamoci
rispondere dagli indagati per sperpero di denaro pubblico, o valutiamo
l’entità delle loro spese pazze, come
le definiscono i giornali. Detto ciò, si capisce che un ricambio totale dell’apparato
amministrativo si impone. Un po’ di aria nuova dovrà dare ossigeno alla
nostra città a rischio di collasso per asfissia. È tempo di pensare a facce nuove, a teste meglio pensanti, a
soggetti di alta qualità e di provata stabilità mentale. I giocolieri e i saltimbanchi, come dice il documento del PD, hanno fatto il loro
tempo e hanno prodotto i loro danni. La nostra città ha bisogno di rinascere.
Le intelligenze ci sono, vanno soltanto gratificate della nostra attenzione. I quattro sostenitori dell’attuale fallimento
politico-amministrativo dovranno consegnare ai propri figli e ai propri
nipoti il grigiore di una memoria storica non edificante, tra il silenzio
colpevole di chi li ha sostenuti. Luigi Parrillo |
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