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maggio 2013 La politica della
salute Bisogna venire da Bologna per far capire a chi ne ha la responsabilità
che c’è bisogno di una intelligente politica rivolta alla sanità e alla
salute a San Marco Argentano, in particolare, e il Calabria in generale. La nostra città, purtroppo, non ha avuto fortuna in questo
settore. E si che ci sono state numerose spinte da parte di associazioni e
cittadini rivolte verso il rafforzamento dei presidi sanitari sul territorio.
La politica ha fatto orecchio da mercante. Il fatto che un nostro concittadino, fuori dai confini della
regione, abbia messo su un importante apparato tendente a dare risposte a
patologie altamente invalidanti, oltre che foriere di
sofferenze fisiche per le persone che ne sono affette, poteva essere, a
limite, un’occasione per la riconversione del nostro ospedale, per la messa
in cantiere di un centro di ricerca, per l’istituzione di un presidio di cure
specialistiche, insomma per realizzare un qualcosa che evitasse di guardare
oggi una struttura edilizia – fino a ieri ospedale – ridotta quasi a sito
archeologico, i cui ruderi ci facciano tornare alla memoria i periodi sani
della politica sammarchese e i tempi di una politica regionale non ancora
inquinata da atteggiamenti di colpevole approssimazione. L’ironia è che qualche sindaco distratto si ricordi, soltanto oggi
che non lo è più, che a San Marco c’è un ospedale andato in malora e desidera
sapere dagli altri quali iniziative intendano intraprendere per porre rimedio
ai problemi della salute in questo territorio, decisamente messa a rischio
anche dalla chiusura del nosocomio. Ci incuriosisce conoscere da chi vorrebbe
saperlo. Lasciatevi esprimere tutta l’amarezza che ha dentro di sé una
persona che, assieme con tante altre - le quali amavano veramente la propria
città -, ha brigato per avere quell’ospedale, ha lottato perché venisse
realizzato, ha combattuto perché funzionasse al meglio (ed è avvenuto), ha
lavorato perché rimanesse in piedi, e poi ha dovuto consegnarlo nelle mani di
chi lo ha depauperato, giorno dopo giorno, nella sua autorevolezza, lo ha
svilito nella sua funzionalità, lo ha impoverito nei mezzi e nel personale
sanitario (che oggi eccelle in altre strutture), ne ha minato la
sopravvivenza fino a “decretarne” la fine dopo una lunga agonia sottolineata
da continue prese in giro e speranze vane somministrate poco per volta come
un veleno ad effetto ritardato. Oggi, purtroppo, siamo a questo punto. I convegni ci aprono il
cuore alla speranza di un avvenire meno triste sul piano della sofferenza
fisica, ci confortano in ordine al fatto che la ricerca (che avviene altrove)
ci viene incontro con importanti innovazioni, ma acuisce il nostro dolore
interno quando si pensa alla maniera subdola, ma continua, con la quale ci
hanno depredati di una ricchezza che avevamo costruito con fatica mettendo in
campo sforzi politici ed economici, oggi mortificati da responsabili che non
avvertono il minimo disagio per il grave danno inflitto alla propria gente. San Marco, città ricca di storia e, per ciò stesso, di memorie
significative sotto vari aspetti, non meritava questo destino. Per fortuna, i suoi figli migliori, continuano a darle luce da
altri territori e contribuiscono a non
spegnere l’orgoglio di una appartenenza che, per essi, ha un senso e
una dignità. |
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