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26 agosto 2013 L’ultimo
sorriso inconsapevole del
mio amico Don Domenico
Foto Chiaselotti Abbiamo condiviso un bel rapporto d’amicizia che durava da
decenni. Un’amicizia fuori dagli schemi, che a volte strideva con
l’ufficialità. Negli incontri, non più frequenti da quando fu nominato
vescovo, si ricordavano i tempi della scuola media e della condivisione –
spesso isolata – di alcuni punti di vista in seno al consiglio d’istituto o
delle piacevoli conversazioni di alcuni sereni pomeriggi nelle adiacenze del
seminario di cui era rettore. Del
suo ruolo di sacerdote tralascio ogni dettaglio per essere io la persona meno
adatta a tracciarne un ritratto. Mi piace, invece, ricordarlo ascoltatore
puntuale, attento e critico della mia esperienza radiofonica seminotturma di
alcuni giorni alla settimana in compagnia dell’amico comune Verino Battaglia. Per
molto tempo ci si ritrovò, nelle prime ore del mattino successivo a
commentare le argomentazioni – per lo più satiriche – oggetto delle
trasmissioni radiofoniche che, tra il serio ed il faceto, sottolineavano cose
importanti della vita di ogni giorno. Fu una
bella amicizia nella quale l’interesse spicciolo era un perfetto estraneo.
Altri chiesero favori e sollecitarono spinte e lo stimarono per il tempo dei
loro effetti. A me bastava il suo sorriso di simpatia e il “tu” amichevole.
E quel sorriso si è stampato per l’ultimo sonno nel feretro che lo custodirà
per sempre. Addio, don Domenico. Luigi Parrillo |
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