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15 giugno 2013 Piazzetta
intitolata a Don
Giovanni Abraini Autorità
e pubblico, nonostante il caldo, affollavano la piazzetta nel centro storico
di San Marco. Un sito tranquillo, per la verità. Un luogo che ispira affetti
familiari per la sua caratteristica architettonica, in linea con il
personaggio, che ha edificato una realtà familiare intorno alla sua
dimensione affettiva. Il
pronipote Giovanni Credidio, in una sua recente
opera dedicata a don Abraini,
tratteggia «come piccoli acquerelli,
l’uomo “pastore” e l’ambiente locale, ne sottolinea i dati caratteriali, ne
descrive le funzioni, evidenzia con pennellate amare le difficoltà che, fin
da adolescente, hanno accompagnato il suo essere uomo e religioso. Quindi,
l’infanzia da orfano, gli studi sofferti, il dramma della guerra, il
peregrinare da una regione d’Italia all’altra, fino a porre se stesso -
sofferente tra sofferenti - al servizio della Chiesa cattolica in terra di
Calabria.» (da G. Credidio – “Vocatus
pro humanitate” – stampaetica,
Cosenza, 2011) Un
personaggio, quindi, che pur proveniente da altro territorio, ha saputo
interagire con questa città, che oggi ne riconosce il valore, sottolineando
la sua dimensione poliedrica di “soldato,
sacerdote, educatore”. Una targa in bella mostra sulla parete più ampia
della piazzetta ne “grida” il nome e ne sottolinea le doti. Oggi,
gioiamo con il nostro amico Giovanni Credidio che,
da anni, coltivava il sogno di poter dedicare un sito di questa città alla
figura del suo prozio, come segno di solenne gratitudine alla memoria d’un
prete volitivo e, talvolta, scomodo per il regime fascista. Un
esempio, ha sottolineato il vescovo mons. Bonanno
durante la cerimonia di inaugurazione, per le nuove generazioni che, nella
società dell’immagine, cercano gratificazioni legate al medium televisivo, il quale spesso trascura la concretezza
dell’essere, concedendo all’apparire il ruolo di chiave del successo. Bando all’egoismo e ai beni
materiali è stato detto a dimostrazione che queste occasioni possono
anche essere foriere di insegnamenti. Don
Abraini, quindi, ha esercitato ancora una volta e
per interposta persona, il suo ruolo di educatore. |
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