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La città politica (e non solo) alla luce del pensiero divergente |
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2 gennaio 2018 Addio, Rosina! Era un’amica e un’insegnante di
valore. Per lunghissimi anni ha dedicato la sua opera educativa ai fanciulli
meno fortunati. Ne sono stato testimone e, qualche volta, anche collaboratore
entusiasta ed affascinato dalla pazienza e dalla dedizione mediante le quali
riusciva a trovare corrispondenza con alunni difficili nel vero senso della
parola. Erano ancora i tempi delle classi
differenziali, che ghettizzavano soggetti particolari, talvolta non bisognevoli
in assoluto di “sostegno”, ma spesso indesiderati da maestri (o maestre),
che, vuoi per amor di quieto vivere, vuoi per professionalità inadatta, non
riuscivano a reggere il “confronto” con alcune difficoltà educative. Rosina li accoglieva tutti in una
classe, una piccola aula che si apriva immediatamente sulla sinistra
all’imbocco del lungo corridoio al primo piano dell’edificio scolastico.
Tutto il suo patrimonio professionale (e non solo) veniva speso lì,
nell’angustia di quell’auletta, che apriva tuttavia spazi infiniti
all’avvenire di quei ragazzi, oggi adulti addolorati per la scomparsa della
loro antica maestra. Posso immaginare quanti ricordi
si affollino nella mente della moltitudine di alunni che sono passati
attraverso quella esperienza, nell’irrequietezza che dava significato ai
meditati gesti professionali di Rosina Giovane, che davano un senso alla
scuola primaria, che attiravano gli sguardi ammirati dei dirigenti
dell’epoca, i quali davano ancora importanza e valore alla didattica e ai
suoi risvolti creativi tesi a realizzare il concetto profondo della scuola di
tutti. Poi, il tempo, che scorre
impietoso, ha reso orfana quella cattedra, mentre norme di civiltà evoluta
teorizzavano finalmente una scuola per tutti. Ma Rosina non era rassegnata. La
sua missione sociale spaziava ad ampio raggio esprimendosi nella sua
sensibilità umana e in quei piccoli grandi gesti di generosità universale,
non esibita, non sottolineata, ma discreta, silenziosa, continua, efficace.
Fino all’affanno del suo ultimo suo respiro raccolto da quanti avevano
ragione di amarla. E che da oggi ne ricorderanno il nome, urlato nel proprio
animo fino al limite della propria memoria. Nell’ultimo saluto, le lacrime
sincere di chi ha goduto della sua amicizia. Luigi Parrillo |
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