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17 novembre 2015

Alzati e cammina!

Dopo Lazzaro, sarà la volta del defunto ospedale “Louis Pasteur” di San Marco Argentano. Speriamo soltanto che il miracolo non sarà operato dallo stesso santo taumaturgo che gli ha sparato in testa il colpo di grazia dopo averne sentenziato, in associazione, la condanna a morte.

Ciò che fa tenerezza, tuttavia, è la creduloneria di chi pensa o spera (non fingendo, ci auguriamo) che qualcuno possa rimettere in piedi il nostro ospedale dopo la sua proditoria spoliazione demolitrice e con la piena conoscenza del fatto che esiste ancora in circolazione chi rema contro per trarne, si dice, benefici personali.

Sulla scorta di tutto questo, si leggono discutibili e sibilline dichiarazioni rilasciate ai giornali, provocando nell’opinione pubblica false attese mentre si continuano a patire i disagi che acuiscono ulteriormente le già compromesse condizioni di salute. Non si riesce a capire con esattezza se parole che dicono tutto e non dicono niente sono frutto della creatività comunicatrice della corrispondente de “la Provincia” o se, viceversa, appartengono alla strategia dialettica elusiva dell’intervistata che, delicatamente (e con fare un po’ sornione), si tira fuori dai demeriti oggettivi di chi avrebbe stilato il piano sanitario regionale, che coinvolge San Marco nell’esame della situazione, ma non chiarisce i vantaggi che il nostro ex ospedale ne ricaverebbe.

Ritornerà ad essere “OSPEDALE”? Bah! Permettetemi di dubitarne. L’unica cristiana resurrezione alla quale i cattolici credono, è quella della carne. Ma avverrebbe dopo la fine dell’intero genere umano. Chi può attendere fino ad allora, in buona o in cattiva salute? Perché è di salute che qui stiamo parlando, non di fideismo più o meno sereno o bigotto.

Vorremmo sapere con chiarezza, pertanto, in che cosa consisteranno i famosi “livelli essenziali di assistenza” che tutti si ripromettono di garantire. È questo che la gente vuole sapere. Si vuole conoscere in dettaglio cosa troveremo nella struttura ex ospedaliera che si vuole esaminare. Qualcuno vuole finalmente chiamare con il proprio nome i singoli presidi sanitari che saranno attivati, come funzioneranno e chi vi sarà preposto? Qualcuno ci vorrà chiarire se continueranno a permanere i vari laboratori diagnostici, che si dicono già in via di smantellamento? Ci è consentito essere messi a conoscenza della prossima fisionomia d’insieme che si sta disegnando per quella povera struttura (un tempo ospedale) amputata degli arti essenziali per muoversi in qualsiasi direzione?

Questo vogliamo leggere sui giornali, non un voto espresso al santo patrono, finora sordo e cieco verso i problemi sanitari della nostra città. Ci è dato di credere, nel frattempo, che di questo passo e con questi chiari di luna, vedremo, prima o poi, tutte le porte del nostro ex ospedale, una dopo l’altra, crudelmente e sadicamente “SERRATE”!

Luigi Parrillo