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30 marzo 2014 Rebus sic stantibus L’unico
certo è Lanzillotta
Quando si decide di rinnovare, non ci sono compromessi che
tengano - sembra dire il capolista di “Rinnovamento Civico”. Anche perché dove la situazione stagna
nella mancanza di chiarezza, per lo storico vizietto di giocare a fregacompagni,
la matassa si ingarbuglia talmente che nessuno riesce più a prevedere quali
saranno gli sbocchi risolutivi. Figuratevi come potranno amministrare la cosa pubblica persone
che, ancora prima di mettere piede nel palazzo, si fanno una guerra senza
quartiere con colpi proibiti e ganci al bersaglio grosso. Roba da squalifica
immediata. Ma chi li deve “squalificare” se non il cittadino elettore?
Sembra che neppure il padre-padrone riesca più a contenere l’impeto della
lotta, ormai un attacco alla baionetta. Segno di decadenza dell’antico marpione? Gli si sta rompendo
tra le mani il vecchio giocattolo, ormai troppo abusato per resistere
all’usura del tempo e alle forzature che ha dovuto sopportare in tutti gli
anni in cui ha funzionato? Non è che, forse, essendo in riserva di carburante
e con i distributori controllati, la macchina non si può permettere sprechi
e, quindi, non può più essere spinta oltre certi limiti? Tuttavia, chi si illudesse che non rappresenta più un pericolo
per la città, commette un gravissimo errore di valutazione. La storia, se
qualcuno se la ricorda ancora, ci ha insegnato che, quando il vecchio
stratega sentiva di essere in debito di ossigeno elettorale, ha fatto
alleanze persino con il diavolo. E ciò che è accaduto una volta, può sempre
succedere ancora (lo abbiamo già detto in altra sede). Personalmente, non mi
stupirei di nulla. Bisognerà solo vedere quanti lo seguiranno della truppa
ormai smembrata, i cui sergentini di un tempo oggi si guardano in cagnesco. Rimangono solo i caporaletti di
giornata, disseminati di qua e di là, troppo poco credibili, dal momento che
rappresentano un capo messo in discussione, il quale non riesce più a
distrarre l’attenzione dalle loro pochezze. Altrove è solo fumo. Ma se va negli occhi, acceca. Perciò si
chiede al cittadino di non lasciarsi ingannare. Dietro le cortine fumogene,
di solito, si nascondono insidie, inganni, trappole. Come dietro il canto
delle sirene che portava le navi a fracassarsi sugli scogli; per questo il
furbo Ulisse impose ai suoi marinai di tapparsi le orecchie con la pece per
non sentirle. Così riuscì ad attraversare lo stretto e continuare il suo
viaggio. D’ora in poi, le sirene, particolarmente quelle che ancora
portano addosso l’odore del palazzo comunale, si spargeranno su tutto il
territorio esibendosi nel loro canto ingannatore. Sarà musica stonata. Sarà
la stessa musica che ci hanno già fatto ascoltare qualche anno fa, per farsi
eleggere la volta scorsa e le volte precedenti. E come è finita? Tutti a casa
prima del tempo, senza concludere un beneamato piffero! Siamo fermi da vent’anni. I commercianti, in crisi profonda da un bel po’ di tempo,
vogliono il nuovo; aspettano il Messia. Le scuole di recente costruzione su
suoli inadatti, si stanno aprendo
come cocomeri [allarme rientrato]. La spazzatura ci sta sommergendo. I
parcheggi non esistono e non c’è cittadino che non abbia già collezionato
cinque o sei multe per divieto di sosta non appena lasciano la macchina fuori
posto. Le strade sono in generale dissesto. Il mercato domenicale è sempre
più vuoto a causa della strada di Cavallerizzo, ancora interrotta e di cui
nessuno si è preoccupato di sollecitare il ripristino. L’illuminazione
pubblica è da cimitero. La pulizia in città, un sogno dolcissimo. Ne volete ancora? Chi ha governato finora, ha fallito. Proviamo i nuovi. Ma
quelli nuovi per davvero. Luigi Parrillo |
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