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26 maggio 2013

Nonostante l’ammucchiata,

il Palazzo è sempre in fibrillazione

 

Per la gioia dei giornali locali, il “branco” al governo nel Palazzo Santa Chiara non smette di far parlare di sé. Ma non per quello che realizza di positivo per la cittadinanza, bensì per il malessere serpeggiante sopra e sotto il tavolo del Consiglio Comunale, che sempre più spesso si manifesta sotto forma di aspre critiche, non sottese né velate, tendenti a dichiarare l’ “inagibilità” del mucchio dirigenziale (si fa per dire) del governo della città.

Tra le accuse più ricorrenti (alcune delle quali forse rivestono carattere di pretestuosità), la più condivisibile è quella che incarna nel principe reggente il deus ex machina dell’intero impianto amministrativo.

Ormai, non ce n’è più per nessuno. Prevale soltanto l’ipse dixit dell’unico capintesta, sostenuto da alcuni fiancheggiatori allineati per indole o per personalità approssimative.

Anche se qualche articolista dell’ultima ora (un po’ miope in verità, o molto guidato), decanta l’inossidabilità del principe-padrone, andrebbe riflettuto sul fatto che qualche evidente traccia di ossidazione, recentemente, ha incominciato a comparire sulla crosta del personaggio. Si sa, pertanto, che quando la ruggine comincia a farsi vedere, essa tende naturalmente ad allargarsi fino a compromettere l’integrità e la resistenza del corpo interessato. È una legge fisica per certi versi; per altri, anche sociale ed etica.

Nulla è eterno a questo mondo. Niente spavalderie, pertanto; e nessun passo falso. In questi casi, qualche utile ritirata strategica non sarebbe fuori luogo. Il senso degli affari potrebbe, qualche volta, lasciare il passo all’istinto di conservazione. Basta un niente per far sì che tutto vada in fumo.

È vero che i consigli non pagati sono sempre inascoltati. Ma è altrettanto vero che quello che andiamo dicendo, ormai da più anni, puntualmente si verifica a distanza di tempo.

Siamo jettatori? Certo che no!

Chiaroveggenti? Nemmeno!

Siamo semplicemente persone che riflettono sulle cose. Se nella vita due più due hanno sempre fatto quattro, perché il futuro non dovrebbe essere immaginato come la logica conseguenza della storture del presente? E i miracoli non sono la regola, bensì l’eccezione.

Ora, il quadro amministrativo è desolante per tutta una serie di ragioni che non è il caso di analizzare (ogni cittadino le analisi le sa fare), le urgenze della città incalzano e non sono da sottovalutare, i valori intrinseci dell’ “ammucchiata” sono quelli che sono, il balletto delle cariche non aiuta (tanto, non servono a niente quando si sta sotto padrone), i cervelli sono messi a riposo per ordini superiori; ma davvero si può rimanere parcheggiati lì dentro - oltre che mortificati dalla situazione - per quei quattro soldi delle indennità di carica?

Se ci sono altri interessi, ditecelo! Vi giustificheremo, ma non senza condanna morale.

Ma non fareste meglio ad andarvene a casa?

Luigi Parrillo